"Il Cio ha sottovalutato l'incolumita' delle atlete. Adesso regole chiare". Lo afferma il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, in una intervista a La Verita' in cui ripercorre questi Giochi olimpici segnati dalle polemiche. Presente durante il match di pugilato femminile Carini-Khelif inoltre sottolinea che l'inclusivita' e' importante, ma anche l'equa competizione e la tutela della salute degli atleti negli sport di contatto: "Quando si e' fermata sono rimasto disorientato. Ho visto salire Angela sul ring col piglio giusto e lo sguardo deciso, e vederla piangere dopo pochi secondi mi ha spiazzato. Dopo il match siamo stati insieme un bel po', ho voluto comprendere il suo stato d'animo. Nonostante la sua esperienza, mi ha confidato di aver percepito nei colpi dell'avversaria una violenza che ha definito devastante, alla quale non era abituata. In casi delicati come questi bisogna saper chiedere un supporto alla scienza, che vada al di la' della burocrazia del passaporto. Mi riesce difficile immaginare che in ambito sportivo si possano declinare piu' generi, al di la' di quello maschile e femminile". "Le medaglie sono un motivo di orgoglio, accrescono la reputazione di un Paese, non solo nella dimensione sportiva - aggiunge il ministro - Rappresentano anche uno strumento formidabile per promuovere lo sport e i suoi valori" ma "contro di noi, sono stati commessi errori da matita blu. "Nel pugilato, nella scherma, nel judo, nella pallanuoto. Non credo ai pregiudizi nello sport - continua Abodi - tanto piu' nei confronti dell'Italia. Salvo prova contraria, nella speranza che dietro non ci siano questioni 'personali'. Rivedendo, ad esempio, le immagini di Italia-Ungheria di pallanuoto maschile, questi dubbi non solo si confermano, ma diventano certezze. La Senna? Non e' un luogo adatto per nuotare - commenta - Le 'Macroniadi', come qualcuno le chiama, sono state un fallimento organizzativo? Il dominus resta il Comitato olimpico internazionale. Di questa edizione resteranno nella memoria i risultati, le storie di atlete e atleti e il ricordo di suggestivi luoghi iconici diventati impianti sportivi a cielo aperto. Ma chiusi i Giochi, non resteranno nuove strutture sportive, soprattutto nelle periferie sofferenti. Ho visto una Parigi spaccata in due: una che sorride per il grande avvenimento, e l'altra che continua la sua vita, segnata da mille difficolta'". Critiche anche alla cerimonia di apertura: "Credo che quella cerimonia non abbia rappresentato appieno lo spirito olimpico - conclude Abodi - non mi e' piaciuta la mancanza di rispetto nei confronti della tradizione olimpica, dei valori tradizionali. L'inclusivita' e' un valore irrinunciabile".