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Presidenza Cio: i Giochi del futuro secondo i 7 candidati

16 Mar 2025 - 14:33

Quanti, interpellati per strada, saprebbero dire chi é e che mestiere fa Thomas Bach? Ancora meno sarebbero capaci di elencare i nomi dei sette candidati a sostituirlo, dopo 12 anni, come presidente del Comitato internazionale olimpico. Eppure non esiste carica più prestigiosa ed influente nello sport, a metà tra diplomazia e gestione aziendale. Il 20 marzo a Costa Navarino (Grecia) 111 membri del Cio - tra i quali miliardari, capitani d'industria, dirigenti di federazioni e teste coronate - voteranno a chi affidare la guida dell'organizzazione che muove più denaro della Fifa. Il presidente della World Athletics ed ex campione olimpico dei 1.500 Lord Sebastian Coe è dato per favorito. Poi ci sono il ministro dello sport dello Zimbabwe ed ex nuotatrice olimpica, Kirsty Coventry, il figlio del defunto ex presidente Juan Antonio Samaranch, il capo dell'Unione ciclistica internazionale (Uci), David Lappartient. Completano la formazione il principe Feisal Al Hussein di Giordania, il presidente della Federazione internazionale di ginnastica, Morinari Watanabe, e il leader dello sci mondiale, Johan Eliasch. "Gli atleti al centro di ogni decisione" é il fulcro del programma del britannico Coe, 68 anni, che punta anche su promozione e tutela dello sport femminile e crescita economica ("diamo agli atleti la possibilità di guadagnare entrate aggiuntive fuori dal campo" ha affermato in una recente intervista). Propone inoltre un maggiore coinvolgimento delle nuove generazioni attraverso la sostenibilità e l'uso della tecnologia. Una questione molto sentita riguarda gli atleti transgender. Lo spagnolo Juan Antonio Samaranch Junior, 65 anni, é per un'apertura nei loro confronti prima delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. Insiste sull'indipendenza dalla politica ed é favorevole ad un riavvicinamento con la Russia, mentre Coe vorrebbe mantenere una linea dura contro Mosca.

Su entrambi pesa la questione dell'età, con l'attuale limite fissato a 70 anni per svolgere il ruolo che verrebbe superato durante il mandato, sebbene la Commissione etica abbia convalidato le loro candidature. Olimpiadi estive disputate simultaneamente in cinque città di cinque continenti é la proposta rivoluzionaria di Watanabe, giapponese, 65 anni. Un format che assicurerebbe la trasmissione televisiva 24 ore al giorno. Le città verrebbero decise in base a diversi fattori, il primo dei quali l'aspetto climatico favorevole agli atleti. In ognuna si svolgerebbero dieci discipline. Eliasch, 62 anni, britannico-svedese e uomo d'affari, é noto per l'impegno ambientalista. Nel suo programma si parla di parità di genere ("lo sport femminile deve essere protetto a tutti i costi sulla base della scienza e dei fatti, non dell'ideologia. E' generalmente accettato che se sei formato come essere umano con il gene Y, non sei una donna"), premi in denaro ("penso che alle Olimpiadi non dovrebbero esserci") e guerra ("dobbiamo difendere la nostra neutralità, come movimento. Gli atleti non possono scegliere dove nascere. Dobbiamo fare in modo che non vengano mai usati come armi per scopi politici"). Coventry, 41 anni, sarebbe la prima donna e la prima africana a guidare il Cio. Con sette medaglie olimpiche al suo attivo e un ruolo di ministro dello sport nel governo di Harare, é sostenuta dal dimissionario Bach, ma non gode del pieno appoggio nemmeno dai membri africani. Perora i diritti delle donne, una maggiore interazione con i giovani grazie agli eSports, il rafforzamento dei Comitati olimpici nazionali, il coinvolgimento della Russia nei Giochi. Fratello del re di Giordania Abdullah II, il principe Feisal Al-Hussein, 61 anni, ha una visione di maggiore inclusività e trasparenza, è garante di un'equa rappresentanza per tutte le Nazioni nel movimento olimpico e sostenitore degli atleti dei Paesi in via di sviluppo. In campagna elettorale ha insistito sul "potere unificante dello sport al servizio della pace". "Visione unitaria, dialogo, rispetto della diversità, autonomia del movimento sportivo" e "la sua neutralità politica" sono le carte giocate dal francese David Lappartient, 51 anni. Lui vorrebbe le Olimpiadi in Africa, perché "se le merita" e non le ha mai ospitate.

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