© Getty Images
"La persona che odio di più quando gioco sono io, devo imparare a perdonarmi di più", queste alcune parole di Matteo Berrettini, ospite del podcast "Tintoria". "Gli sport con le racchette sono gli sport delle scuse - ha aggiunto -. Ma a me hanno insegnato che gli alibi nel tennis non esistono, devi essere un robot". Parlando del successo in Coppa Davis ha scherzato definendo la squadra come "non male", per questo è "difficile lamentarsi". E poi ancora: "Io guardo sempre al bene comune, sono un grande uomo squadra. Tratto gli altri molto meglio di come tratto me stesso. E credo che questo essere così duro con me stesso mi abbia portato a certi livelli, quindi ho paura a lasciare andare quella parte di me".
La puntata, pubblicata oggi, è stata registrata lo scorso 29 gennaio, giorno nel quale Berrettini, insieme agli altri componenti delle nazionali di Coppa Davis e Billie Jean King Cup, è stato ricevuto dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella. "È stata una mattinata diversa dalle mie solite, sicuramente emozionante - ha raccontato -. C'è questo rigore, ci sono i corazzieri, poi come giri l'angolo è tutta una sagra del selfie, con tanti complimenti e autografi". Berrettini poi ha concluso: "Con Mattarella ho parlato tutte e tre le volte che sono andato in Quirinale. Segue molto il tennis e non pensavo perché ci sono tantissimi sport dove in Italia andiamo bene, ma ricordo lo scorso anno quando citava alcuni passaggi delle partite. Questa cosa ha fatto molto piacere a tutti noi".