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E’ tornato l’Imperatore Van Niekerk

Il primatista del mondo dei 400 metri si qualifica per la finale dei mondiali a Eugene

21 Lug 2022 - 09:11
 © Getty Images

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Nella sesta giornata dei Campionati Mondiali di Eugene, in Oregon, a parte i due titoli assegnati nel Disco e nei 3000 siepi femminili, di cui parleremo sotto, va sottolineato il ritorno alla finale in una grande manifestazione internazionale da parte del fenomenale atleta sudafricano Wayde Van Niekerk che, pochi giorni dopo il suo 30esimo compleanno del 15 luglio, dimostra di essere tornato su ottimi livelli di forma dopo un calvario durato quasi cinque anni, da quel maledetto incidente del 7 ottobre 2017, a Città del Capo, che gli aveva procurato la lesione al crociato anteriore e al menisco del ginocchio destro, giocando una partita di rugby per beneficenza.

Ricordiamo che Wayde è il primatista del mondo del giro di pista con lo straordinario crono di 43″03 ottenuto in occasione del suo successo alle Olimpiadi di Rio 2016, che ha vinto i mondiali di Pechino 2015 e Londra 2017 dove ha anche conquistato l’argento nei 200 metri, e che è stato il primo uomo al mondo a essere riuscito nell’impresa di scendere sotto i 10 secondi nei 100, sotto i 20 nei 200 e sotto i 44 nei 400, cosa poi riuscita anche a Fred Kerley e Michael Norman.

E sarà proprio lo statunitense Norman quello che si presenterà alla finale con il miglior tempo tra gli 8 qualificati, avendo chiuso la sua prova in 44″30, mentre gli altri pretendenti al trono mondiale dei 400 saranno Matthew Hudson Smith (44″38) Champion Allison (44″71), Kirani James (44″74), ovviamente Van Niekerk (44″75), Jonathan Jones (44″78) Bayapo Ndori (44″94) e Christopher Taylor (44″97), per quella che sarà una gara estremamente incerta per le prime posizioni e bisognerà vedere chi avrà speso di meno nelle semifinali.

Qualunque sarà il piazzamento finale di Van Niekerk, riteniamo comunque che il suo ritorno a una grande finale mondiale rappresenti già per lui un eccellente risultato che potrà dargli ulteriore linfa vitale per proiettarlo, in un’età agonisticamente ancora molto favorevole, verso i livelli che più competono al suo infinito talento.

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