Logo SportMediaset
In evidenza

Seguici anche su

Superbike, Rea tende la mano a Sykes. O no?

Il secondo posto "regalato" in Qatar fa discutere, ma dietro si cela la "bastardaggine" del neo campione

31 Ott 2016 - 13:25

È stato un gesto a beneficio di Sykes o di Rea? Di Tom, certo - verrebbe da dire - che si porta a casa un secondo posto non guadagnato sul campo, soldi annessi: ma il vero capolavoro lo fa Jonathan. Che riesce a far passare come pennellata di nobiltà ed eleganza quello che in realtà è un buffetto di umiliazione pura. Una manifesta superiorità che non ammette, non ammetterá più alcun dubbio, se mai ce ne fosse ancora uno, sulle gerarchie verdi.

Un chiarimento sventagliato in mondovisione, ma molto intimo tra i due, destinato a far abbassare lo sguardo a Sykes, a farlo deglutire, a imporporargli le guance. Un guizzo con tanto di scintilla che spunta nella pupilla destra, quella che nei cartoni animati giapponesi svela nel finale la vera natura del presunto buono. Non vinci due mondiali di fila se non sei un bastardo. I bimbi, la moglie misurata e carina, il Mulino Bianco, va bene, ma sei un bastardo. Uno Schumi che inchioda all'ultimo metro per far passare Paperino Barrichello. E sì che di metodi meno vistosi ne è piena la storia del motorsport. Un lungo, un errorino, una marcia che non entra, ma va: la scelta è voluta, stra-voluta. Sono talmente superiore che decido io anche per te. E se voglio ti porto lá dove da solo, povero, non ce la faresti mai: uno e bino. Eccolo allora lá sul palco della premiazione di fine anno Tom, più ingobbito del solito, il microfono che continua a passare da una mano all'altra, il termine "speechless" (senza parole) che batte in testa, lo sguardo basso. Poi arriva Jonny, occhio feroce nella faccia da bravo ragazzo: scintilla, trofeo, sipario.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri