Abbiamo provato il nuovo capitolo della serie dedicata alle avventure di Link, tra abilità rivoluzionarie, nuove ambientazioni e una libertà di esplorazione e creatività mai viste prima: la recensione
di Alberto GasparriSono bastati tre giorni, i primi tre giorni, per fare di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom il gioco più venduto della serie e anche quello Nintendo, non solo per Switch, con il maggior successo di sempre in Europa. Con oltre 10 milioni di copie distribuite in 72 ore dal lancio, l'ultimo capitolo della serie è sbarcato sulla console ibrida di Kyoto a 35 anni dal debutto con Nes. Dopo il grande successo del suo predecessore, l'attesa per il sequel di Breath of the Wild era enorme e, come dimostrano i numeri, non è andata delusa. Anzi. Il risultato ha superato le più rosee previsioni, trasformando Tears of the Kingdom in un capolavoro videoludico di cui si parlerà per anni e che contribuirà a tramandare alle generazioni future il genio del creatore Shigeru Miyamoto. Merito soprattutto di abilità rivoluzionarie e un’esperienza di gioco mai vista prima.
© Nintendo
A sei anni dalla rinascita open world iniziata con BoTT, il coraggioso eroe Link è pronto a continuare la sua avventura per rivelare la verità sulla catastrofe che ha gettato il regno di Hyrule nel caos. Un mondo i cui confini sono stati ampliati grazie all’introduzione di isole sospese nel cielo e di grotte da scoprire ed esplorare liberamente. Ma a sorprendere sono anche le nuove abilità di Link. Come Ultramano, utile per costruire oggetti e veicoli, Compositor, per creare armi uniche e imprevedibili, Reverto, che vi consente di giocare con il tempo, o Ascensus, abilità che permetterà di sfruttare la verticalità a proprio favore.
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In Tears of the Kingdom, la parola d'ordine è libertà. Di giocare, di esplorare, di creare la propria avventura, di sbagliare e di riprovare. Seguendo una sola regola: fare come piace a voi. Un gioco fortemente legato al passato, ma che apre un nuovo sguardo sul futuro dei videogame. Un gioco che ha un legame fortissimo con le sue radici, ma che non ha nulla di già visto o provato. Forse stiamo esagerando, ma è difficile non farsi trascinare anima e corpo in questa nuova avventura, che nasce nei sotterranei del Castello di Hyrule, dove Link e la principessa Zelda si addentrano per capire a cosa sia dovuta una misteriosa esalazione. E' solo l'inizio di una catastrofe: i due protagonisti vengono attaccati da un essere misterioso, Zelda sparisce e Link resta ferito ad un arto nel tentativo di portarla in salvo. In suo soccorso arriva Raul, entità eterea degli antichi Zonai, che gli fa dono del suo braccio destro e dei relativi suoi poteri straordinari. Qui parte il viaggio per salvare il Regno e la principessa.
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Ma non è solo attraverso il viaggio, che resta al centro del gioco, bensì per merito di attività principali e secondarie, che si rivela la vera natura di Tears of the Kingdom. Le nuove abilità sulle prime spaventano un po' e, nonostante siano intuitive, rendono l'approccio spiazzante perché lasciano il giocatore subito libero di sperimentare a suo piacimento, senza indicazioni o guide. Imparando un passo alla volta, ma senza costrizioni. Non esistono, insomma, percorsi obbligati. Ci sono solo degli strumenti da imparare a padroneggiare per poi sbizzarrirsi. Perché con i nuovi poteri si può davvero fare qualsiasi cosa vi venga in mente. Oggetti apparentemente folli che poi si rivelano incredibilmente utili, ma anche idee potenzialmente geniali, che finiscono in un completo fiasco.
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Non avrete problemi di approvvigionamenti visto che troverete sempre oggetti con cui costruire qualcosa (zattere, deltaplani, barche, cingolati, armi...) o al limite li potrete ottenere tramite dispensatori che per qualche Sfera di energia Zonau vi cederanno elementi come turbine, razzi, pentole e chi più ne ha più ne metta. L'importante è non avere fretta, fretta di arrivare, fretta di scoprire, fretta di vincere. Ma creare non è solo un divertimento a sé stante, perché ogni idea vi sarà utile nel prosieguo della storia, in cielo o sottoterra che sia. A modo vostro, naturalmente.
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Dal punto di vista tecnico, questo The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom arriva a spremere tutta la potenza residua di Switch. Ambientazioni, personaggi e tutto quanto riempie il mondo di Hyrule riesce a raggiungere livelli mai visti sul gioiellino di Nintendo, ma lascia anche il dubbio che con altri mezzi a disposizione si rimarrebbe letteralmente a bocca aperta. Non ci sono problemi evidenti, semplicemente si ha l'impressione che la perfezione sia lì a un passo, ma resti irraggiungibile. Non dal punto di vista del piacere di ascoltare, visto che colonna sonora ed effetti audio contribuiscono a creare l'atmosfera degna del miglior gioco di Zelda mai visto.
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