Siamo alle prese con un fenomeno che rischia di sfuggire di mano. Gli ultrà mettono paura, a volte fanno comodo, meglio non andare controcorrente: tutto molto triste
Sotttovalutazione del problema, paura della parte più violenta del mondo ultrà, peggio ancora connivenza. Di fatto siamo alle prese con un fenomeno che rischia di sfuggire di mano. La questione non è legata solo a chi ha realizzato il messaggio, nel senso degli adesivi con Anna Frank vestita con la maglia della Roma, ma investe anche la consapevolezza di chi lo ha fatto di produrre un disturbo a una parte di tifosi che condivide passioni calcistiche agli antipodi, ma che condivide la stessa aberrante ideologia.
Ebreo e negro sono le parole più gettonate negli stadi per irridere e aggredire verbalmente gli avversari. Materiale terribile da maneggiare ancora nel 2017. Eppure c'è chi ha paura di esporsi e trattare un tema delicato che così rischia, appunto, di passare come gesto goliardico. Purtroppo la storia è diventata materia scolastica marginale negli ultimi anni e qualche imbecille può utilizzare in tutta tranquillità l'immagine di una ragazzina morta in un campo di concentramento senza aver potuto nemmeno realizzare il più minuscolo dei suoi sogni. Ma guai a prendere seriamente in discussione il problema. Gli ultrà mettono paura, a volte fanno comodo, meglio non andare controcorrente. Tutto molto triste. Ma è una goliardata insomma!