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CASO FLOYD

Caso Floyd, lo sport insorge: "Non si può tacere, siamo tutti uguali"

Da Belinelli a Chiellini, passando per Leclerc, Lukaku e Kluivert, sono tanti gli 'italiani' che stanno manifestando sdegno per i fatti di Minneapolis

01 Giu 2020 - 22:46

Il caso dell'uccisione di George Floyd per mano della polizia a Minneapolis continua a scatenare manifestazioni di protesta, violente e non, in USA e in giro per il mondo e anche molti sportivi 'italiani' hanno voluto far sentire la loro voce per condannare con forza ogni forma di razzismo

Dall'altra parte dell'oceano Marco Belinelli, giocatore Nba dei San Antonio Spurs, ha postato sul proprio profilo Instagram l'immagine di un pugno chiuso e ha scritto: "Sono un uomo caucasico, un atleta bianco, vivo in una situazione privilegiata, ma non voglio stare in silenzio mentre le persone di colore combattono per i loro diritti. Siamo in questo mondo tutti insieme, per favore non rimanete in silenzio. #BlackLivesMatter".

"Ho visto e rivisto quelle immagini - scrive invece sul proprio profilo Instagram Giorgio Chiellini - E ho avuto bisogno di tempo. Per pensare. Per riprendermi dallo shock di una violenza di tale portata. Come potrei mai spiegare alle mie figlie quanto successo? Con quali parole? La verità è che non le ho trovate. Nessuna risposta. Solo una domanda, forte quanto la vita strappata a George Floyd: perché? Come è potuto succedere? Perché la storia si ripete? Leggo l'hashtag 'le vite nere contano'. Non dovrebbe nemmeno esserci bisogno di scriverlo - prosegue il capitano della Juve - Perché tutte le vite contano. Di ogni essere umano. Di ogni figlio, bambino, uomo, donna e persona del mondo. Ma se può servire a ribadirlo, se per qualcuno ancora non fosse chiaro: black lives matter. Ora. Sempre". 

Da Totti a Zaniolo, il caso Floyd ha scioccato molti in casa Roma e tra questi Justin Kluivert, che ha voluto mandare un messaggio attraverso i propri canali social, postando diverse foto di persone intente a manifestare contro i recenti episodi di razzismo: “Siamo tutti uguali!“, la didascalia del post. 

Anche il mondo della F1 si schiera. "Ad essere sincero, mi sono sentito fuori posto e a disagio nel condividere i miei pensieri sui social media sull'intera situazione ed e' per questo che non mi sono espresso prima di oggi. E ho sbagliato completamente. Faccio ancora fatica a trovare le parole per descrivere l'atrocita' di alcuni video che ho visto su Internet", ha detto il ferrarista Charles Leclerc.. "Il razzismo deve essere affrontato con azioni, non con il silenzio. Serve partecipare attivamente, coinvolgere e incoraggiare gli altri a diffondere consapevolezza. È nostra responsabilita' - ha aggiunto - parlare contro l'ingiustizia. Non tacere". 

La pensa allo stesso modo il suo fuituro compagno di team, Carlos Sainz: "I problemi che stiamo affrontando oggi, nel 2020, ci fanno pensare che siamo tornati indietro nel tempo indipendentemente dalla sofferenza e dalle lacrime dei nostri antenati. È folle pensare che cosa stia ancora accadendo in questo momento. Abbiamo tutti lo stesso sangue. Noi siamo uno sport globale con lavoratori e tifosi di tutto il mondo, provenienti da diversi contesti, religioni, condizioni sociali. Lavoriamo insieme in grande armonia per intrattenere tutti in tutto il mondo e diffondere un messaggio di sportivita' e unita'", ha scritto lo spagnolo. "Condanno assolutamente ogni tipo di razzismo e ogni tipo di ingiustizia. La diversita' ci fa progredire, la sosteniamo. Spero che un giorno tutti lo faranno", ha ribadito.

Gli interisti Lukaku e Youngi si uniscono a coloro che chiedono giustizia. L'attaccante belga ha condiviso le parole del rapper Jay-z, a capo dell'agenzia di sport management Roc Nation Sports di cui fa parte anche l'ex United: "Oggi io, insieme a un intero paese, chiedo al Procuratore Generale Keith Ellison di fare la cosa giusta e di processare i responsabili della morte di George Floyd come richiede la legge". Anche Young ha scritto più volte su Twitter "black lives matter", le vite nere contano, movimento internazionale contro il razzismo.

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