Uefa al lavoro con le federazioni per individuare una nuova data. Dal Giappone invece insistono: "I Giochi non si toccano"
Si potrà dire, tra qualche tempo, che "era l'anno degli Europei e delle Olimpiadi" perché il punto, nei giorni dell'esplosione della pandemia coronavirus, è proprio questo. Ci saranno davvero i due grandi eventi dell'anno? E se sì, quando? Ed è proprio su queste due questioni che il calcio e il mondo dello sport olimpico si dividono. Da una parte la Uefa, che ha dovuto prendere atto dell'emergenza rinviando tutte le competizioni per club - e a cascata hanno fatto lo stesso le federazioni - e sta già lavorando per trovare una data utile alla disputa degli Europei. Dall'altra il Cio e la strenua resistenza del Giappone, che va avanti a testa bassa, nega evidentemente l'evidenza e continua a giurare che "i Giochi si faranno e si faranno nei giorni in cui erano programmati". Già, viene da pensare, ma gli atleti sono d'accordo?
La verità è che nessuno ha e può ancora avere la misura dell'epidemia. Finirà? Sì, certo che sì, probabilmente sì. Ma la domanda è: quando? Impossibile fare previsioni su un virus che si espande a macchia d'olio e non risparmia nessun Paese. Logico, in questo senso, pensare che sia impossibile mandare in giro per il Vecchio Continente le nazionali di calcio per il primo europeo itinerante della storia. Impossibile anche perché nel frattempo il calcio ha lasciato in sospeso tutti i campionati, la Champions League e l'Europa League, oltre ai playoff di qualificazione proprio a Euro 2020. Come in un domino, prima di mandare in archivio questi eventi, non è possibile passare al successivo. Di qui l'idea - per il momento un'idea, anche se concreta -, di rinviare tutto all'anno prossimo. Per un altro evento che sarebbe storico: i primi europei itineranti e giocati in un anno dispari.
Lo stesso potrebbe accadere per le Olimpiadi perché, al netto della resistenza del Giappone - non dimentichiamo l'indotto che i Giochi portano a un Paese e la spesa sostenuta per organizzarlo -, saranno gli atleti a rifiutare la chiamata dello sport. Anche se la speranza che il coronavirus possa essere debellato per l'estate c'è. Quel che manca è la possibilità di prepararsi ai Giochi adeguatamente e svolgere le ultime gare di qualificazione.
Insomma, i due grandi eventi dell'anno resistono, per ora, e chissà per quanto tempo. Sarà un'estate diversa, probabilmente con uno sport diverso - magari con i campionati di calcio e le coppe da finire - e sarà un'estate diversa anche la prossima. Quando saremo liberi dalle preoccupazioni di questo maledetto coronavirus e potremmo tornare a goderci il grande spettacolo.