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R-Type Final 2: dalle sale giochi torna la leggenda degli "sparatutto"

Abbiamo provato il nuovo capitolo del titolo fantascientifico che ha fatto la storia dei giochi a scorrimento orizzontale 

29 Mag 2023 - 15:44
 © Ufficio stampa

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Erano gli ultimi anni '80 quando nelle sale giochi di tutto il mondo (che nostalgia...) spopolava un titolo, che avrebbe fatto la storia. R-Type ha scritto pagine indimenticabili partendo proprio come arcade prima di approdare su Commodore 64, Amiga, Game Boy e oltre, riuscendo ad arrivare sino ai giorni nostri più vivo e amato che mai. E non solo da chi ha passato gli "anta". A oltre tre decadi dal suo debutto, gli appassionati di questo leggendario sparatutto a scorrimento orizzontale potranno vivere le stesse emozioni provate da quelli che oggi sono forse i loro genitori... Grazie a R-Type Final 2, l'ultimo capitolo della saga che ha per protagonista un'astronave spaziale dedita alla distruzione di nemici alieni, sparsi per l'universo con l'obiettivo di annientare il genere umano. Toccherà a voi e al vostro arsenale di navicelle evitare la catastrofe. Giocando su PS4, Nintendo Switch, Xbox One, Xbox Series X | S e PC grazie al lavoro fatto dai ragazzi di Granzella e a NIS America.

Nella sua versione "modernizzata", R-Type non ha perso la grafica colorata ed esplosiva, che ne ha determinato il primo successo, ma neppure l'azione frenetica e un livello di difficoltà mai banale, anche se meno estrema dell'originale. In più c'è la possibilità di personalizzare astronavi con colori, armi e decalcomania, ma anche di scegliere tra dozzine di piloti presenti nei precedenti capitoli della serie e personalizzabili, affrontando livelli classici e nuovi, nemici in evoluzione e scalando una classifica mondiale potenzialmente da record. L'IA controlla i nemici e rende il gioco più impegnativo. Il sistema di difficoltà è basato sulle prestazioni e si adatta all'esperienza individuale di ogni giocatore, rendendo questo R-Type Final 2 difficile, ma mai realmente frustrante. Di sicuro, però, non si tratta di un gioco da ragazzi e dovrete abituarvi a valutare con attenzione ogni mossa, usando le configurazioni migliori. Non vi ritroverete mai circondati da orde di alieni, ma avere la meglio di quelli che vi si parranno davanti (o sopra, sotto, dietro), richiederà una certa abilità. Insomma, strategia e non solo azione.

© Ufficio stampa

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Come fin dalle sue origini, la navicella può essere potenziata (ma se viene distrutta perde ogni power up). E' armata con spari a raffica, colpi caricati tramite la pressione prolungata di un tasto, con due moduli satellitari, missili e con quello che viene chiamato Force, ovvero un elemento mobile che può fungere da ariete posteriore/frontale o da satellite. Il tutto deve essere utilizzato nelle varie configurazioni disponibili per adattarsi a nemici e ambientazione dei vari livelli, Le spaceship sono diverse, ognuna con le sue specifiche tecniche, come pure i piloti. Tutto, poi, può essere migliorato tramite un negozio in cui potrete fare acquisti accumulando valuta a suon di distruzione stellare.

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Dal punto di vista dell'analisi realizzativa, noi abbiamo deciso di testare la versione per Nintendo Switch, forse anche perché la prima volta che abbiamo giocato a R-Type in modo serio lo abbiamo fatto sul Game Boy... Il risultato è stato più che buono, pur senza far gridare al miracolo. A livello visivo si possono fare ben pochi appunti, nonostante un downgrade grafico che forse si poteva un po' limitare, con ambientazioni sempre brillanti e varie, e protagonisti, sia le navicelle, sia gli alieni, ben rappresentati. Ci saremmo aspettati qualcosa in più in termini di framerate, vista la limitata complessità del genere, ma siamo rimasti sugli standard di Switch. Ci è piaciuta molto la colonna musicale, adeguati gli effetti sonori, mentre meriterebbero qualche attenzione futura i caricamenti, a volti davvero tropo lunghi.

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Insomma, nel complesso si tratta di un ottimo remake, con qualche nuova chicca qua e là. Imperdibile per i nostalgici, perfetto anche per chi vuole scoprire un genere di cui aveva soltanto sentito parlare.

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