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Red Dead Redemption per Nintendo Switch: la recensione

Porting e non remake: la grafica tradisce i dieci anni di età ma gameplay e ambientazioni sono ancora da film

di Stefano Fiore
28 Ago 2023 - 11:13
 © nintendo.it

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Il reboot (guai a chiamarlo remaster, sebbene in tanti avessero sperato in una versione rinnovata per la next-gen) di Red Dead Redemption è stata l'occasione di provare per la prima volta un gioco che ha riscritto certe dinamiche dei gameplay all'inizio del 2010: è vero che i tredici anni, a livello grafico, mostrano i segni del tempo ma l'ambientazione, l'atmosfera e l'esperienza complessiva anche nel 2023 fanno capire che lavorone avessero fatto alla Rockstar. La portabilità, visto che stiamo parlando della versione per Nintendo Switch (è disponibile pure per PS4 e in retrocompatibilità su PS5), aggiunge un tocco di novità anche se la profondità dell'open map - sebbene comprensibilmente non ai livelli di ciò a cui siamo abituati di questi tempi - e tutte quelle situazioni di combattimento/mirino per sparare hanno un sapore agrodolce: le lunghe cavalcate da un punto all'altro della mappa possono essere stancanti, anche a livello fisico tenendo la console in mano, ma d'altronde proiettare il tutto sulla tv - specialmente se 4K - mostra quei difetti visivi di cui accennavamo prima. Siamo pur sempre di fronte a un porting di un titolo con dieci anni sulle spalle, che gira a 1080p a 30fps.

TRAMA RED DEAD REDEMPTION

 Giusto un breve recap, per chi non lo avesse mai giocato: il protagonista della storia, ambientata sul finire dei tempi del Far West, di cui vestiamo i panni è John Marston, alla ricerca di alcuni banditi, suoi vecchi compagni, per conto dei federali che tengono in scacco la nostra possibilità di rivedere moglie e figlio. In questa avventura avremo alleati preziosi, come Bonnie McFarlane, che incontriamo subito, e lo sceriffo Johnson. Capitolo a parte merita la modalità Undead Nightmare - inclusa nella versione Switch - in cui Marston combatte contro un'armata zombi mentre cerca di curare moglie e figlio, diventati a loro volta non morti: a dire il vero una svolta poco comprensibile visto lo spirito del capitolo. Tolta, senza particolari rimpianti, la modalità multiplayer invece.

© nintendo.it

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GAMEPLAY RED DEAD REDEMPTION

 Le meccaniche di gioco sono tipicamente Rockstar, si ritrovano tanti elementi già apprezzati sui Grand Thieft Auto e ovviamente su Red Dead Redemtpion 2: le movenze dei personaggi, la mappa con le iniziali degli obiettivi che ci guidano, i combattimenti e gli scontri a fuoco, ma anche i dialoghi hanno fatto scuola e anche oggi sono gradevoli. Per dirne una: nel 2010 un'avventura open map con il ciclo giorno/notte era quasi impensabile, ma non per Red Dead Redemption. La longevità è assicurata dalla mappa aperta, delle missioni secondarie, dai dialoghi con i personaggi o ai minigiochi che si incontrano durante l'avventura. La storia è splendidamente rappresentata, siamo di fronte a un titolo che non può prescindere dalla trama e in tal senso non c'è anzianità che tenga, ancora oggi è godibilissima e fa venire voglia di iniziare subito il secondo capitolo.

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RED DEAD REDEMPTION SU NINTENDO SWITCH

 Alla fine è comprensibile la delusione di chi sperava in un remake, magari aggiornato anche a livello di contenutistica. Ma per chi non ha mai provato Red Dead Redemption resta un'esperienza consigliata, anche solo per capire cosa si era persi dieci anni fa e perché si merita anche oggi tutti gli onori. Certo le texture e la grafica nel suo complesso non può non sentire il peso degli anni ma la stabilità e la fluidità compensano in tal senso, a patto di fruirne in portabilità e non sulla tv.

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