Nonostante i successi lo scozzese è storicamente considerato un gradino sotto Roger Federer, Rafa Nadal e Novak Djokovic. Più di una volta, però, è riuscito a sorprenderli
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Il 15 maggio compie 33 anni Andy Murray, uno dei tennisti più forti degli ultimi anni. Nonostante l’attuale ranking lo veda fuori dai primi cento al mondo (i numerosi infortuni lo avevano portato ad annunciare il ritiro nel gennaio 2019, salvo poi tornare sui suoi passi qualche mese dopo), lo scozzese ha vinto in carriera tre titoli dello Slam, due medaglie d’oro olimpiche e altre 43 finali, e tra il 2016 e il 2017 è stato per diverse settimane davanti a tutti nella classifica Atp. Murray, però, non è mai davvero riuscito a scaldare il cuore dei tifosi né è stato capace di scavalcare, nelle preferenze degli addetti ai lavori, il trio di campioni più apprezzati degli ultimi quindici anni, quello composto da Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic. Eppure Murray ha più volte dimostrato di non valere meno dei tre campionissimi ed è riuscito a batterli anche in occasioni importanti.
L’avversario con cui ha il testa a testa meno deficitario è Roger Federer. Contro il campione svizzero Murray ha giocato 25 volte, vincendo 11 incontri e perdendone 14. Pur non avendo mai vinto una finale dello Slam contro Federer (le partite decisive di Us Open 2008 e Wimbledon 2012 sorrisero allo svizzero) Murray ha conquistato contro di lui il Rogers Masters e il torneo di Shanghai nel 2010 e soprattutto i Giochi Olimpici di Londra nel 2012. Murray ha anche battuto Federer in cinque occasioni a livello di semifinale, a Madrid nel 2008, a Doha e Indian Wells nel 2009, a Shanghai nel 2012 e agli Australian Open nel 2013. Nelle prime due occasioni ha anche portato a casa il torneo, battendo nelle rispettive finali Gilles Simon e Andy Roddick. Contro Rafa Nadal, invece, il bilancio è meno positivo per Murray, con lo spagnolo avanti 16-8. Anche qui, però, qualche soddisfazione c’è stata: nello specifico, lo scozzese ha vinto contro Nadal la finale dell’Abn Amro Championship nel 2009, quella del torneo di Tokyo nel 2011 e del torneo di Madrid nel 2015. Importanti anche le semifinali vinte agli US Open 2008, agli Australian Open e al Rogers Masters (quello poi vinto contro Federer) nel 2010 e a Madrid nel 2016. Nell’elenco delle vittorie ce n’è anche una per forfait di Nadal, a Miami nel 2012, quando lo spagnolo fu costretto al ritiro per un infortunio. Il rivale numero uno di Murray, comunque, resta Novak Djokovic, l’uomo che gli ha impedito di completare il ‘Career Grand Slam’ (Nole ha vinto contro Andy quattro volte nella finale degli Australian Open e una volta al Roland Garros): contro il serbo, Murray ha giocato ben 36 partite ufficiali, 19 delle quali decisive per la conquista di un torneo. In totale il bilancio è di 25 vittorie per Djokovic e 11 per lo scozzese, 8 delle quali però ottenute in finale. Le più significative sono sicuramente le vittorie agli US Open 2012 (dopo quasi 5 ore di match) e a Wimbledon 2013 ma non è non meno importante quella alle Atp World Tour Finals del 2016. Tra gli altri tornei strappati in finale a Djokovic ci sono anche quello di Cincinnati nel 2008 e nel 2011, quello di Miami nel 2009, la Rogers Cup nel 2015 e gli Internazionali d’Italia a Roma del 2016, vinti proprio nel giorno del suo compleanno.
Un compleanno che Murray vive, nel 2020, da numero 129 del mondo nella classifica Atp: chissà che, una volta che si potrà tornare a giocare a tennis dopo lo stop per la pandemia di coronavirus, lo scozzese non abbia ancora qualche cartuccia da sparare (al netto dei problemi fisici che lo hanno tormentato negli ultimi anni), magari proprio contro i suoi vecchi rivali.