Il greco batte in finale de Minaur 2-4, 4-1, 4-3 (7-3), 4-3 (7-3)
È lui il fattore X del tennis che verrà. Al termine della sua galoppata nel torneo Atp Next Generation alla Fiera di Milano, Stefanos Tsitsipas ha alzato al cielo la coppa dell'evento, che raffigura proprio una X, e l'ha baciata più volte, godendosi per lunghi attimi il titolo appena conquistato nell'arena lombarda, quello di Principe designato a diventare il campione del futuro.
Il numero 15 del mondo, nato ad Atene solo vent'anni fa, ha conquistato il titolo dopo aver sconfitto in finale l'australiano Alex de Minaur , seconda testa di serie e numero 31 nel mondo, più giovane di un anno, per 2-4 4-1 4-3 (7-3) 4-3 (7-3). È stato un confronto di stili e una battaglia di caratteri. Il greco gran talento, solido, inventivo, l'australiano ottimo picchiatore, velocista, attaccante nato con capacità di recupero da campione. Il greco ormai abituato ai grandi palcoscenici, dopo il titolo all'Atp 250 di Stoccolma, le due finali 500 di Barcellona e 1000 di Toronto, entrambe perse con Rafa Nadal, e gli ottavi a Wimbledon, l’aussie ancora un ragazzetto in apparenza, ma con la determinazione e la testardaggine che gli sono valse l'appellativo di “demonietto”.
È proprio con le sembianze di uno spiritello dispettoso che De Minaur è sceso in campo nell' atto finale del torneo Next Gen, rubando al più sgamato ed esperto avversario il primo set in poco più di un quarto d'ora (4-2). L'altro però non si è lasciato impressionare dalla risposta al servizio esplosiva del suo competitor che l’aveva messo all'angolo nella prima frazione. Ha alzato il livello, messo i piedi nel campo e tolto il comando degli scambi al suo giovane avversario, ridimensionato con un altrettanto secco 4-1 nella seconda frazione.
È stato però nei due set successivi, entrambi vinti da Tsitsipas al tie-break, che si è vista la differenza tra i due. L’ateniese ha messo in campo solidità e capacità di aspettare l'occasione giusta, ha combinato con equilibrio e concretezza i suoi ricami di rovescio alle sberle di dritto che fanno male, le discese a rete con gli attacchi in controtempo. Ha fatto vedere la sua tenuta mentale e la coppa in palio se l'è conquistata lui.
Solo due anni dopo aver conquistato il trofeo Bonfiglio, il torneo che si gioca sempre a Milano per la categoria juniores, Stefanos Tsitsipas si è messo in testa la corona del migliore tra le giovani promesse. Quella che conferma il valore di un giocatore già capace di affermarsi in un anno straordinario, in cui ha scalato 72 posizioni in classifica (12 mesi fa era numero 87), e che si appresta a un compito super ambizioso. “Voglio essere la miglior versioni di me stesso”, ha detto alla vigilia della finale. E fin qui, sembra che ci sia riuscito.