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Matteo Berrettini si ritrova grazie all'Italia: "Ero scoppiato, ma con la Nazionale sono tornato me stesso"

Il 28enne capitolino ha raccontato il proprio ritorno in azzurro

di Marco Cangelli
23 Nov 2024 - 10:20
 © Getty Images

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Quando un anno fa l'Italia alzava la Coppa Davis nel cielo di Malaga, Matteo Berrettini era praticamente uno "spettatore non pagante", giunto in Spagna per sostenere la squadra senza però poter scendere in campo. A distanza di dodici mesi il 28enne romano è diventato uno dei protagonisti della corsa all'Insalatiera tanto da offrire un'arma in più per il capitano Filippo Volandri. Un traguardo che Berrettini ha inseguito con grande difficoltà, ricostruendosi praticamente da zero. 

"È stato un anno molto positivo, bisogna sempre considerare da dove si parte. In passato ho raggiunto risultati più importanti di quelli avuti quest’anno, ma stavolta partivo da una base traballante. Abbiamo ricostruito tutto da capo, dalle fondamenta del mio tennis, della motivazione e della forza mentale. Per questo penso sia stato uno degli anni più belli della mia carriera per l’energia che ho ritrovato. Però il bilancio facciamolo alla fine della settimana... - ha spiegato Berrettini in un'intervista a La Gazzetta dello Sport -. La vita è sempre una questione di equilibrio. Per esempio essere cattivo in campo, ma fare in modo che questa cattiveria poi non ti avveleni la vita. Prima era una continua ricerca a ottenere sempre di più, fino a che non sono scoppiato. Adesso sono molto più centrato, a fuoco su quello che sto facendo e sulla persona, e il giocatore, che sono".

Al di là dei risultati che l'Italia possa conquistare in Davis, in Nazionale Berrettini ha trovato l'ambiente ideale per ripartire incontrando un gruppo di amici a cui appoggiarsi nei momenti più complicati, restituendo tutto l'amore in campo: "La squadra aiuta tantissimo perché non siamo un gruppo soltanto nel momento della Davis, ma tutto l’anno. Ci supportiamo tutti l’un l’altro ma non solo per fare il tifo. È un consiglio, un appoggio nel momento di difficoltà, un confronto. E penso che sia fondamentale per essere migliori e per crescere sia dentro sia fuori dal campo - ha aggiunto il tennista capitolino parlando anche di Sinner -. Jannik è un ragazzo speciale, anche se è il numero 1 si comporta con l’umiltà dell’ultimo arrivato. Sto prendendo spunto dalla sua voglia di migliorare sempre. Uno così lo guardi e ti domandi in cosa potrebbe crescere ancora, eppure lui cerca sempre di fare di più. È un’ispirazione". 

Guardando al futuro, Berrettini non esclude un giorno di poter sostituire Volandri alla guida della Nazionale di Coppa Davis: "Sì, sarebbe un’esperienza molto interessante e credo che mi potrebbe calzare bene. Perché mi piace l’energia del gruppo. La mentalità di squadra, anche se resta comunque uno sport individuale perché ci sono due singolari. Adesso lasciamo Volandri vincere altre mille Davis, poi quando proprio non ne vorrà più sapere, allora ci farò un pensierino

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