Il 27enne romano ha conquistato l'ATP 250 di Marrakech rientrando nei primi 100 della classifica mondiale
di Marco CangelliLa vittoria all'ATP 250 di Marrakech non ha semplicemente liberato Matteo Berrettini da un pesante fardello che lo bloccava da quasi due anni, fra infortuni e delusioni varie. Il 27enne romano ha letteralmente ritrovato sè stesso tornando a occupare un posto nei primi 100 della classifica ATP guidata da Novak Djokovic, alla quattrocentoventesima posizione da leader, e soprattutto rilanciandosi nella corsa verso le Olimpiadi. Un grande merito di quanto compiuto dal giocatore capitolino è del mental coach Stefano Massari che lo ha seguito nei momenti più bui e gli ha consentito di ritrovare quell'umanità che lo contraddistingue.
"Matteo è un ragazzo che ha qualità eccezionali sotto il profilo umano ed è su quello che ha fatto leva in quei momenti cosi' difficili. Il ritorno alla vittoria dopo pochissime settimane dalla ripresa dell’attività si spiega con le qualità eccezionali, oltre a tutto il lavoro con il suo nuovo team. C'è tutta una parte di grande impegno e dedizione, ma ci sono anche le sue qualità innate che gli permettono di raggiungere dei risultati quasi incredibili dopo tanto tempo di lontananza dal campo - ha commentato il tecnico in un'intervista rilasciata i microfoni di Radio Anch'Io Sport su Radio 1 Rai -. Qualcosa si è evoluto nel nostro rapporto. Lavoriamo non più tanto su quello che succede in campo, mentre abbiamo mantenuto un confronto aperto sulle sue letture. Mi ha colpito sentire che in Marocco l'hanno soprannominato Maximus, il gladiatore di Marrakech perché ora Matteo sta leggendo il libro di Baricco 'Omero, Iliade' che parla di eroi greci, diciamo che siamo in linea con il lavoro che stiamo facendo".
Un approfondimento su stesso che ha restituito quel combattente che abbiamo conosciuto sui campi di Wimbledon, ma non solo, e che al tempo stesso vale un posto nella top ten iridata e soprattutto un posto in una Nazionale alla ricerca di quella medaglia olimpica che manca da cent'anni oltre della conferma in Coppa Davis. Traguardi che appaiono raggiungibili per il Berrettini visto sulla terra rossa marocchina.
"Negli ultimi due anni Berrettini ha avuto una serie di problemi notevoli dal punto di vista fisico. Quando i problemi fisici tendono a ripetersi, si innesca un timore particolare di farsi male, si va in campo più timorosi. Ci si domanda anche quanto si possa resistere in questa situazione di stress fisico. Si innescano una serie di domande che impattano non solo sull'umore ma anche sulla serenità dell'atleta - ha sottolineato Massari parlando anche di Sinner -. Tra Matteo e Jannik c’è un rapporto molto buono, di grande stima. Credo che Matteo in questi ultimi 22 mesi abbia dovuto più occuparsi di se stesso che non alla popolarità di Jannik. Onestamente non credo ci si sia stato questo problema, anzi credo gli abbia fatto piacere il suo successo".