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Caso Sinner, portavoce Wada: "Chiediamo una sospensione di uno o due anni"

Il portavoce dellAgenza Mondiale Antidoping: "Sono gli atleti a chiederci regole più severe"

13 Feb 2025 - 09:15

La Wada torna a parlare del caso Clostebol, sostanza alla quale nel marzo 2024 era stato trovato positivo (con una concentrazione inferiore a 1 miliardesimo di grammo per litro) Jannik Sinner, che ha spiegato come la positività fosse dovuta a una contaminazione incrociata da parte del suo fisioterapista Giacomo Naldi: si era curato una ferita con un farmaco a base della sostanza proibita dall'antidoping e, massaggiando i muscoli del numero al mondo, lo avrebbe contaminato. La Wada, agenzia mondiale dell'antidoping, lo scorso 26 settembre si era appellata al verdetto del tribunale nominato dall'Itia (organizzazione responsabile della salvaguardia dell'integrità del tennis professionistico) che lo ha giudicato non perseguibile "né per colpa né per negligenza", il TAS ha deciso che l'appello verrà affrontato a porte chiuse il 16 e 17 aprile.

James Fitzgerald, portavoce Wada, ribadisce la posizione dell'agenzia: "Riteniamo che la conclusione di "nessuna colpa o negligenza" non fosse corretta secondo le norme correnti, e chiede un periodo di sospensione compreso tra uno e due anni. La Wada non chiede la cancellazione di alcun risultato, salvo quelli già imposti in primo grado". Parlando a La Stampa, ricorda come il codice mondiale antidoping sia sottoposto a continua revisione nel tempo e "sono stati gli atleti a spingere per sanzioni più severe contro i trasgressori, con il risultato che il periodo di sospensione (per sostanze non specificate) è stato allungato da due a quattro anni".

Una questione molto delicata, che richiama il caso Sinner, è la gestione delle sostanze a basso dosaggio: verranno cambiate le regole in tal senso? "La questione della possibile contaminazione è reale e la Wada se ne sta occupando. Nel corso degli anni, i limiti minimi di segnalazione per varie sostanze sono stati adeguati per garantire equità agli atleti che ingeriscono involontariamente una sostanza proibita, e insieme protezione da coloro che vorrebbero imbrogliare. Posso confermare che nell'ambito della revisione in corso del Codice mondiale antidoping si stanno esaminando le norme relative alla contaminazione".

Secondo alcuni la questione del basso dosaggio può servire a mascherare l'uso di altre sostanze: "È risaputo che alcune sostanze possono essere assunte allo scopo di mascherare l'ingestione di altre. È importante, quindi, che tali agenti mascheranti siano presenti nell'elenco delle sostanze e dei metodi proibiti".

Infine, Fitzgerald ribadisce l'indispensabilità della responsabilità oggettiva nel tracciare una linea di demarcazione tra la responsabilità di un atleta e ciò che accade nella sua squadra: "Senza quel principio non ci sarebbe alcun antidoping e i drogati vincerebbero. Se un atleta positivo a una sostanza proibita non dovesse spiegare da dove proviene, o come è entrata nel suo organismo, sarebbe fin troppo facile per chi ha imbrogliato sfuggire a sanzioni significative".

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© Getty Images  | Jannik Sinner - 43° posto - 52,3 milioni di dollari
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