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TENNIS

Djokovic, a rischio anche il Roland Garros: "Torneo solo per vaccinati"

Mentre il serbo è tornato a Belgrado, il governo di Parigi mette in chiaro le modalità per partecipare e anche Roma si adegua: "Dovrà essere in regola"

17 Gen 2022 - 17:24

E' iniziato davvero male il 2022 di Novak Djokovic e anche il resto dell'anno non promette bene. Mentre il campione serbo ha fatto ritorno a Belgrado su un aereo partito nella notte italiana da Dubai, il mondo del tennis si interroga sul futuro. Dopo l'esclusione dagli Australian Open causa cancellazione del visto per non essere vaccinato contro il Covid, Nole rischia di dover saltare altri tornei.

Come ad esempio il Roland Garros. Il padre di Djokovic aveva dato appuntamento proprio a Parigi, ma dalla Francia arriva la notizia che il governo chiederà a tutti i presenti, giocatori e pubblico compresi, di essere completamente vaccinati. Un bel guaio per il numero uno mondiale se non cambierà idea da qui a fine maggio. Il ministro francese per lo Sport, Roxana Maracineanu, ha fatto sapere che in Francia il pass vaccinale, adottato domenica sera, sarà applicabile anche agli atleti professionisti, senza eccezioni. "Non appena la legge sarà promulgata, diventerà obbligatorio per l'ingresso negli edifici pubblici già soggetti al pass sanitario, per tutti gli spettatori, praticanti, professionisti francesi o stranieri. Lavoreremo insieme per preservare le competizioni e per essere gli ambasciatori di queste misure a livello internazionale", ha sottolineato il ministro.

Situazione più o meno identica a quella che Djokovic troverà a Roma per gli Internazionali d'Italia. Il direttore del torneo, Sergio Palmieri, non farà eccezioni per Nole. "Se parteciperà agli Internazionali dipende da lui, se si iscrive noi staremo alle regole. Se arrivano giocatori in regola non avremo nessun problema e nessun motivo per non accettarlo", ha detto a Radio Anch'io Sport. Aggiungendo poi: "E' un personaggio controverso che prende delle posizioni rischiando in prima persona. Il fatto che non è un esempio per i giovani che si avvicinano a questo sport è assolutamente vero, non ha raggiunto in questo Federer e Nadal".

"Con lui - ha ricordato il direttore degli Internazionali - ho un rapporto di lunga data, è una persona diversa da quello che può sembrare. Ha un carattere molto forte, io gli avrei consigliato di guardare non all'immediato ma al suo futuro. Ha un carattere fortissimo, supererà anche questo ostacolo".

I tutto senza dimenticare che la sua presenza futura agli Australian Open resta in bilico, anche se il premier Scott Morrison ha teso la mano a "Nole". In base alla legge australiana sull'immigrazione, Djokovic dovrebbe essere soggetto a un divieto di ingresso per tre anni, ma Morrison ha dichiarato che in specifiche circostanze potrebbe entrare prima. "Il divieto dura per un periodo di tre anni, ma c'è la possibilità di tornare alle giuste condizioni e questo verrebbe valutato in quel momento", ha detto alla radio australiana 2GB. La legge del Paese prevede la possibilità di esenzione dal divieto di visto in caso di motivi stringenti o compassionevoli. Ciò consentirebbe a Djokovic di partecipare agli Australian Open l'anno prossimo.

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