La vicenda ricorda da vicino quella che ha coinvolto nel 2022 l’allora difensore dell’Atlanta, che fu assolto dal Tas
Jannik Sinner come Luis Palomino? È quello che spera il tennista azzurro numero uno al mondo, che mentre si prepara ad affrontare di nuovo Alcaraz nella finale del Six Kings Slam 2024, attende ancora di conoscere l'esito del ricorso che la Wada (agenzia mondiale antidoping) ha fatto al Tas chiedendo per Sinner uno stop che può andare da uno a due anni. La vicenda che riguarda Jannik ricorda infatti molto da vicino quella che nel 2022 ha coinvolto l’allora difensore dell’Atalanta, anche lui imputato e poi assolto per contaminazione da Clostebol, la sostanza proibita trovata in concentrazioni estremamente basse nelle urine di entrambi gli atleti.
IL CASO PALOMINO - Il 5 luglio 2022, durante il primo giorno di ritiro con la Dea, Palomino viene sottoposto a un controllo antidoping. L'esito arriva tre settimane dopo, l'argentino risulta positivo al clostebol metabolita e quindi scatta la sospensione cautelare, che in questi casi è immediata. Il difensore, a cui spetta l’onere della prova, dopo settimane di indagini riesce a risalire al motivo della positività: la contaminazione è avvenuta perché il suo dog sitter, in assenza dei padroni, aveva messo sulle zampe dell’animale una spray di comune uso veterinario (il veterabol). Anche Il cane, infatti, risulta poi positivo al clostebol grazie a un prelievo del suo pelo.
Il 20 settembre quindi la procura nazionale antidoping dispone il rinvio a giudizio chiedendo una squalifica di 2 anni, ma il 7 novembre dello stesso anno la sentenza del tribunale esclude la responsabilità del giocatore, considerandolo né colpevole né negligente, proprio come la prima sentenza dell’Itia (International Tennis Integrity Agency) a proposito di Sinner. Il difensore argentino torna così in campo, ma il 12 dicembre la Nado (Organizzazione nazionale Antidoping italiana) decide di ricorrere al Tas di Losanna sostenendo che non vi fosse l’assenza di colpa.
Palomino poteva fare qualcosa per evitare la contaminazione? È questo il quesito che si pone il Tas e alla fine la risposta è negativa, così il 27 settembre 2023 arriva la sentenza che conferma l’assoluzione del tribunale nazionale antidoping. Il ricorso della Nado è respinto, Palomino non è né colpevole né negligente, e l'agenzia nazionale antidoping viene anche condannata a pagare le spese.
IL CASO SINNER - Dopo l’assoluzione dell’Itia, che non aveva riscontrato né colpa né negligenza sul caso della contaminazione da Clostebol, l’agenzia mondiale antidoping ha fatto ricorso al Tas chiedendo per il numero uno del mondo uno stop che può andare da uno a due anni. La sentenza non dovrebbe arrivare prima del 2025 e nel frattempo Sinner può continuare a giocare, ma il precedente Palomino fa ben sperare l'azzurro perché la Wada dovrà proporre uno scenario alternativo rispetto a quello già descritto dal tennista e accettato dai giudici di primo grado. Inoltre la percentuale infinitesimale trovata nelle sue urine dovrebbe giocare a favore di Sinner: "Speriamo di poter chiudere in pochi mesi" ha dichiarato di recente l'avvocato dell'azzurro.