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Musetti, che sogno: "Premiato da Lendl e elogiato da Djokovic, sembra incredibile"

"La finale è stata durissima, potevo vincere o perdere ma ci ho creduto come credo di poter arrivare in alto"

26 Gen 2019 - 18:13

Melbourne si colora d'azzurro grazie alla storica impresa di Lorenzo Musetti: il 16enne italiano ha vinto il titolo junior degli Australian Open di tennis. Il talento di Carrara si è imposto in una finale combattutissima sullo statunitense Emilio Nava: 4-6, 6-2, 7-6 (12) dopo due ore e sedici minuti di gioco. Ecco le parole rilasciate dopo l'impresa e raccolte da Supertennis.

Lorenzo Musetti, il cuore batte molto forte ancora adesso… 
“Batte fortissimo. Il primo Slam è una sensazione incredibile e indescrivibile. Non è facile descrivere le emozioni che sto provando adesso”

Come hai vissuto la vigilia? Sembravi un po’ teso nei primi game, cercavi di sciogliere un po’ le spalle… 
”Sì, di sicuro il primo set non è stato un ottimo inizio. Nava ha giocato bene, serviva bene: io mi sono fatto brekkare e poi non sono riuscito a strappargli il servizio. Il set è andato via malamente però dal secondo set ci ho creduto. Il secondo set è scappato via bene, il terzo è stata una guerra fino all’ultimo punto: il tie-break è stato qualcosa di incredibile e di pazzesco perché ci sono stati quattro match-point, tre annullati poi uno anche per me. Veramente un tie-break che mi rimarrà in mente per tanto tempo”. 

La fotografia qual è? Il momento del match point quando ti sei gettato a terra, quando hai ricevuto la Coppa, dalle mani di Ivan Lendl tra l’altro?
“Sicuramente è un onore ricevere un trofeo così importante da un ex giocatore mitico come Ivan Lendl. Però l’immagine di sicuro è quella dove mi è scesa la lacrima perché dopo i match point annullati ho ripensato alla finale di New York. Mi è scesa una lacrimuccia e mi sono buttato a terra per le emozioni fortissime che ho provato”. 

Un avversario che non mollava mai… 
“Lui ha giocato un ottimo match, soprattutto al terzo set dove tutti e due abbiamo spinto al massimo ed abbiamo servito molto bene. Poi non era facile rispondere a causa dell’alternanza di sole ed ombra, luce e oscurità. Io ho avuto qualche chance più di lui per brekkarlo ma sono stato un po’ sfortunato: lui ha fatto ace col let, sono passati anche dei piccioni in mezzo al campo che hanno disturbato un po’ il punto. Quindi è stato veramente un terzo set combattutissimo e lo ha vinto chi è stato più forte mentalmente”. 

Nel corso della premiazione hanno detto il futuro del tennis è in buone mani o qualcosa di simile. Che effetto ti fa, quanto piacere ti fa sentire queste frasi soprattutto perché hai portato a casa il primo grande trofeo della tua carriera? 
“A dire la verità forse mi ha emozionato di più quello che mi ha detto Djokovic che quando è entrato in campo per allenarsi mi ha detto ‘Complimenti per la tua forza mentale’ e io gli ho risposto ‘guarda, se lo dici tu che in questo forse sei il migliore’ mi ha fatto davvero piacere. Di sicuro questa vittoria mi darà moltissimi stimoli e una fortissima motivazione per andare avanti e per inseguire il mio sogno”. 

Mai un tennista italiano aveva vinto a Melbourne, mai aveva giocato una finale. Che tipo di pensieri e di emozioni ti suscita questa considerazione? 
“È strano essere il primo italiano a vincere lo Slam junior in Australia. È qualcosa di fantastico. Sono il primo e speriamo che ce ne siano altri di record da battere e da infrangere. Sono molto contento di questo”. 

A chi vuoi dedicare questo trofeo? 
“Di scuro a tutti coloro che mi sono stati vicini e che mi hanno sempre dato le giuste motivazioni come Simone, la mia famiglia, la Federazione che mi aiutato e ci ha creduto sempre e quindi mi ha dato delle motivazioni per andare avanti, inseguire il mio sogno. Credo che sto seguendo la strada giusta”. 

Dove metterai questo trofeo, ci hai già pensato? 
“Sicuramente nella mia camera a casa: li ci sono tutti i miei trofei e questo è sicuramente il più importante”. 

Prossima fermata, prossimi appuntamenti, prossimo sogno da realizzare? 
“Starò una o due settimane in Italia poi credo che andrò a fare un ‘25mila’ in Gran Bretagna provando un attimo a buttarmi nel circuito pro, e poi forse il challenger di Bergamo. Poi altri sogni sinceramente non so. Vivo giorno per giorno, ho degli obiettivi ma sono a lungo termine. Posso dire che il mio sogno è diventare il numero uno al mondo però non è questione di giorni ma questione di anni”. 

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