Il 23enne di Sesto Pusteria si è allenato attentamente in vista della sfida contro il numero 20 della classifica ATP
di Marco Cangelli© Getty Images
Quando Jannik Sinner pensa a Ben Shelton, alla memoria tornano a galla sfide difficili, spesso decise al tie-break. Dopotutto l'americano rappresenta il "nuovo che avanza", con quel mancino che il 23enne di Sesto Pusteria ha spesso sofferto negli incontri precedenti che hanno visto l'azzurro imporsi per quattro volte su cinque. Insomma, non una passeggiata per Sinner che si prepara ad affrontare nelle semifinali degli Australian Open un avversario in grado non solo di imporre potenza alla palla, ma anche di dare delle traiettorie che per un destrorso possono diventare fastidiose.
Per questo motivo Sinner si è allenato proprio con un mancino nella giornata di giovedì 23 gennaio usufruendo dell'aiuto di Alex Bolt, australiano 32enne eliminato al primo turno e per l'occasione sparring partner del numero 1 al mondo. L'altoatesino ha quindi provato una serie colpi di dritto da destra, quelli contro un rovescio mancino, e poi il contrario ovvero dritto mancino contro il suo rovescio, testando anche il servizio mancino a uscire.
Un modo per provare dei fondamentali che non si trovano spesso e che Sinner ha rispolverato per affrontare nella semifinale degli Australian Open il figlio d'arte, allenato dall'ex giocatore Bryan Shelton, già numero 55 al mondo con due titoli ATP in bacheca. Un ottimo insegnante per Ben che ha seguito le orme paterne sino alla conquista del titolo individuale in NCAA nel 2022 prima di diventare un professionista a tutti gli effetti a partire dall'anno successivo.
In sole due stagioni Shelton è quindi riuscito a prendersi la scena ottenendo una semifinale anche gli US Open e soprattutto raggiungendo il numero 13 della classifica ATP lo scorso agosto prima di scendere all'attuale posizione 20. In passato Shelton ha inflitto una bruciante sconfitta a Sinner nel 2023 agli ottavi del Masters 1000 di Shanghai. Da quel momento l'azzurro non ha più perso con un tennista americano e chissà che la tradizione non possa continuare.