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Caso Clostebol, la CEO di ITIA spaventa Jannik Sinner: "Rischia da uno a due anni di squalifica"

Karen Moorhouse ha fatto il punto sul ricorso avanzato dalla WADA in merito alla positività all'antidoping 

di Marco Cangelli
07 Gen 2025 - 11:08
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© Getty Images
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Jannik Sinner ha aperto il 2025 con una vittoria nell'Australian Open Opening Week, torneo d'esibizione che anticipa lo Slam oceanico, tuttavia su di lui pesa la "spada di Damocle" del doping. Il 23enne di Sesto Pusteria deve ancora affrontare il ricorso della WADA per la positività al Clostebol, un processo che potrebbe costringerlo ad affrontare una lunga squalifica come confermato anche da Karen Moorhouse, CEO dell'International Tennis Integrity Agency (ITIA).

La numero uno dell'ente tennistico ha confermato come l'azzurro rischi da uno a due anni di stop nel caso in cui il ricorso dell'Agenzia Internazionale Antidoping venga accettato, parole che pesano particolarmente considerato che la stessa ITIA aveva scagionato Sinner visto che l'atleta era entrato in contatto con il prodotto vietato a causa di una "leggerezza" del fisioterapista Giacomo Naldi

"Se risulti positivo a una sostanza vietata, il punto di partenza per una possibile squalifica è di quattro anni. Se si può dimostrare che non sia stato intenzionale, la pena si riduce a due anni. A questo punto si devono fare delle differenziazioni. Nel caso di Swiatek parliamo di un prodotto contaminato (medicinale), mentre per Sinner c’è la complicazione che il suo sia un prodotto non contaminato, in quanto il fisioterapista ha usato sul suo dito il prodotto in questione che conteneva il principio attivo dopante. Per questo, l’intervallo della squalifica va da uno a due anni - ha spiegato Moorhouse in un'intervista rilasciata al sito tennis365.com -. So che la WADA ha affermato che il motivo del ricorso si concentra sul fatto che il giocatore possa avere una responsabilità, rispondendo all’articolo in cui si parla di ‘nessuna colpa o negligenza significativa’. Il Tribunale Indipendente di primo grado aveva ritenuto che Sinner non avesse alcuna colpa o negligenza, avendo usato la massima cautela possibile. L’Agenzia mondiale antidoping contesta ciò".

Per Sinner la situazione non sembra volgere al meglio, tuttavia non va escluso un possibile accordo fra le parti come ricordato dall'avvocato Angelo Cascella in un'intervista esclusiva a SportMediaset: "Il rischio di una condanna c’è, ma nello stesso tempo è possibile che le parti in questi mesi si sentano e si possa trovare un accordo a titolo transativo su qualcosa che vada bene a entrambe e sospendere il giudizio dell’udienza visto che non arriverà prima della primavera 2025 - aveva spiegato l'ex membro del TAS di Losanna -. Come mi è già capitato, si potrebbe anche trovare una conciliazione in sede d’udienza o anche prima della stessa. Bisognerà inoltre vedere cosa sarà inserito nelle pagine difensive. Il giudizio del TAS può affrontare ex-novo la questione, quindi possono esser risentiti testimoni, i periti di cui si è avvalso Sinner per giustificare varie cose, però di fatto il giudizio sarà lungo. Da lì bisognerà capire quale sarà la scelta processuale che gli avvocati di Sinner intenderanno adottare". 

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