Dopo la vittoria agli Australian Open il 22enne di Sesto Pusteria ha la grande occasione di aggiudicarsi la medaglia d'oro a Parigi 2024 e tagliare l'ambito traguardo riuscito solo a Andre Agassi e Rafael Nadal
di Marco CangelliJannik Sinner è lo sportivo più celebre d'Italia in queste ultime ore. La vittoria agli Australian Open non ha soltanto ampliato l'affetto del popolo tricolore verso il suo campione, ma soprattutto ha dato vita a una sorta di "Sinner mania" che sta toccando ogni tipo di settore. Il torneo oceanico rappresenta soltanto il punto di partenza per una stagione lunghissima che prevede, fra le altre cose, anche le Olimpiadi Estive in programma a Parigi dove il 22enne di Sesto Pusteria potrebbe esser protagonista. Il tutto con l'obiettivo di centrare il "Grande Slam d'Oro" che solo i più grandi hanno saputo realizzare.
Per quanto le Olimpiadi possano rappresentare un prestigioso traguardo per ciascun atleta, nel tennis questa competizione passa spesso in secondo piano rispetto ai cosiddetti tornei del "Grande Slam". Dopotutto vincere a Melbourne o a Wimbledon vale una carriera come dimostratoci da Jannik Sinner, ma portarsi a casa un oro ai Giochi può valere l' "immortalità".
A partire dal 1988, quando lo sport della racchetta è stato reintrodotto nel programma a cinque cerchi, è tornato in voga il "Grande Slam d'Oro" che prevede la vittoria di Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open almeno una volta in tutta la carriera a cui va aggiunto il titolo olimpico, reperibile a differenza degli altri soltanto una volta ogni quattro anni. Una vera e propria impresa che nel singolare in pochi possono vantare, ma che Sinner, complice la sua duttilità e la splendida forma che lo accompagna, potrebbe cullare già nel corso del 2024.
Scorrendo la lista di chi ha saputo portarsi a casa il "Grande Slam d'Oro" non compaiono campioni del calibro di Jimmy Connors, John McEnroe o Bjorn Borg per il semplice motivo che all'epoca il tennis non era presente fra le discipline olimpiche e per questo motivo diventava impossibile portarsi a casa questo titolo. Passando a epoche più recenti, è incredibile come non vi siano giocatori del calibro di Pete Sampras, Roger Federer o Novak Djokovic, incapaci di raggiungere l'appuntamento finale con la storia.
Gli unici due a fregiarsi di questo successo sono l'americano Andre Agassi e lo spagnolo Rafael Nadal che hanno impiegato sette e cinque anni per riuscire a centrare la vittoria in tutti e cinque i tornei previsti. Se il talento di Las Vegas ha regalato agli Stati Uniti la medaglia d'oro nell'edizione casalinga di Atlanta 1996, il maiorchino ha dovuto attendere il 2008 quando ha conquistato l'oro ai Giochi Olimpici di Pechino.
Chi ha vinto tutti e quattro i tornei del Grande Slam in un anno insieme alla Olimpiadi? Steffi Graf e la grande impresa del 1988
Vincere in un anno solare tutti i tornei del Grande Slam più le Olimpiadi è praticamente impossibile, a meno che non ti chiami Steffi Graf. La tennista tedesca ha compiuto questa magica impresa nel 1988 quando riuscì a imporre la propria legge sul GreenSet degli Australian Open, sulla terra rossa del Roland Garros, sull'erba di Wimbledon e sul cemento degli Us Open. A ciò si aggiunse il titolo a Seul dove ebbe la meglio su Gabriela Sabatini. Graf provò a ripetersi nel 1992 tuttavia a Barcellona dovette inchinarsi a Jennifer Capriati.
Se è vero che nella storia delle Olimpiadi numerosi sono i giocatori che hanno saputo scrivere il proprio nome a sorpresa, ci sono anche atleti che hanno portato a casa l'impresa da favoriti. Basterebbe osservare il caso di Andy Murray che sul prato casalingo di Wimbledon destinò al Regno Unito un oro storico ai Giochi di Londra 2012. In quell'anno l'inglese infilò anche l'argento nel doppio misto ampliando così il proprio palmares che vanta anche il successo ottenuto quattro anni dopo dove a Rio de Janeiro ebbe la meglio sull'argentino Juan Martin Del Potro, anche lui presente sul podio di Londra al terzo posto.
A Tokyo la situazione è invece cambiata con il tedesco Alexander Zverev capace di imporsi nel singolare maschile sul russo Karen Khachanov e sullo spagnolo Pablo Carreño Busta. Il vero paradosso è legato però alla situazione del teutonico che non è ancora riuscito a conquistare un titolo del Career Grande Slam.
Per quanto l'Italia abbia sfornato talenti importanti come Adriano Panatta, Paolo Bertolucci o Corrado Barazzutti, in grado di vincere nel 1976 la Coppa Davis in compagnia di Tonino Zugarelli, è riuscito a racimolare soltanto una medaglia cent'anni fa esatti, ancora una volta a Parigi. A riuscire nell'impresa fu Uberto de Morpurgo, triestino capace di raggiungere nel 1928 i quarti di finale di Wimbledon e nel 1930 le semifinali al Roland Garros. Destinato a rappresentare l'Impero Austro-Ungarico sino al 1920, il giocatore giuliano ha fatto nella finalina il francese Jean Borotra, fresco di vittoria a Wimbledon.
Negli annali erroneamente viene spesso assegnato un bronzo anche a Nicola Pietrangeli, al via del torneo alle Olimpiadi di Città del Messico 1968. In realtà si trattava soltanto di un torneo di esibizione dove il giocatore romano giunse sino in semifinale prima di accontentarsi dell'ultimo gradino del podio. Il torneo non rientrava ufficialmente nelle competizioni sotto l'egida del CIO e ciò impedisce all'ex capitano della Nazionale di Coppa Davis di potersi fregiare anche di questo traguardo.
Jannik Sinner ha appena conquistato il primo torneo del Grande Slam, eppure l'obiettivo è quello di raggiungere un giorno Novak Djokovic lassù, in vetta alla graduatoria dedicata ai plurivincitori dei principali tornei mondiali. Il 37enne serbo si è imposto per 24 volte affiancando Margaret Smith Court, detentrice del primato al femminile e imponendosi soprattutto per 10 volte agli Australian Open, tre al Roland Garros, sette a Wimbledon e quattro agli US Open.
Il tennista di Belgrado è riuscito a ottenere anche la vittoria del "Piccolo Slam" che comprende il successo di tutti e quattro i tornei nel giro di 365 giorni senza esser inseriti nella medesima stagione. Al serbo non è riuscita né l'impresa di vincere il Grande Slam (conquistare tutte le competizioni nello stesso anno solare) che spetta a Rod Laver e Don Budge, né quella di completare il Super Slam che prevede almeno un'affermazione in tutte e dodici le prove del Grande Slam (singolo, doppio e doppio misto in tutti e quattro i tornei) e che nell'era open ha visto solo il trionfo soltanto di Martina Navratilova.