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Tennis, Paolini e l'Olimpiade: "Un podio per lenire la delusione di Wimbledon? Ni"

La campionessa azzurra: "Alla medaglia non voglio pensare troppo: è già difficile rimanere focalizzati sull'obiettivo"

20 Lug 2024 - 10:52
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© Getty Images
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Jasmine Paolini sta vivendo un 2024 da favola dopo aver raggiunto le finali al Roland Garros e a Wimbledon. Sull'erba londinese è andata vicina al trionfo, solo accarezzato. "Sognare troppo, a volte, fa paura: sono stata vicina a vincere Wimbledon, ma non a sufficienza" ha detto la numero 5 al mondo al Corriere della Sera. Paolini spiega che il momento più bello sull'erba londinese è stato "il match point contro la Vekic, in semifinale, partita complicatissima. Ho alzato gli occhi verso il mio team in tribuna, come faccio sempre, e li' accanto, cosa che accade di rado, ho visto seduta la mia famiglia. Ho pensato quanto fosse bello avere lì mamma, papà e mio fratello. La loro esultanza nel momento della vittoria è stato il momento in assoluto più carico di emozione di tutto il mio Wimbledon: la felicità condivisa è ancora più intensa". Alle Olimpiadi di Parigi si presenta come una delle favorite. "Il tennis è un ambiente strano: arrivare in cima è difficile ma confermarsi lo è di più. Tutte sanno chi sei, tutte vogliono batterti, tutte ti affrontano con energie moltiplicate. Alla medaglia non voglio pensare troppo: è già difficile rimanere focalizzati sull'obiettivo, non desidero relazionarmi con altre pressioni e tensioni". Ma un podio olimpico non lenirebbe la delusione della finale persa a Wimbledon: "Sarebbe una grande gioia, una cosa notevole. Però Wimbledon è Wimbledon. La risposta è nì".

Paolini tre anni fa era al via anche a Tokyo, ma di quella esperienza non conserva un buon ricordo.  "Io ho vissuto Tokyo ma di Parigi si parla molto di più, e con più enfasi. Avverto un grande entusiasmo. Merito del tennis italiano, che sta vivendo il suo periodo d'oro". A Tokyo, ricorda, c'era un'atmosfera "particolare. Noi tennisti siamo abituati a passare il tempo nel nostro team, invece in Giappone era richiesta molta condivisione, a cui non ero abituata - ha aggiunto -. Per di più, c'era il Covid: bolla, mascherine, controlli. Non ero riuscita a socializzare con nessuno. Persi al primo turno, in due rapidi set. L'atmosfera mi era piaciuta, anche se non me la sono minimamente goduta". E da Parigi cosa si aspetta? "Oddio io non sono il tipo di persona che chiacchiera con tutti, al di là delle apparenze. Mi lascio andare quando so di potermi fidare. Però mi piacerebbe avere più scambio con gli azzurri degli altri sport: confrontarsi, cercare di capire le realtà altrui, fa sempre bene".

Rimarrò solo un sogno giocare il doppio misto con Sinner: "Tre eventi (singolo, doppio, misto) concentrati in una settimana sono troppi. Fisicamente sarà un torneo molto duro e con Jannik non ne ho mai più parlato".

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