L’ex numero 1 di doppio è sparita dopo aver denunciato l'aggressione sessuale da parte dell'ex premier cinese Zhang Gaoli. La Wta prende posizione: "Ci vuole un’indagine"
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#whereispengshuai? È l'hashtag, diventato virale, per una scomparsa che assume contorni da romanzo di spionaggio. Dal 2 novembre Peng Shuai, 35 anni, nel 2014 numero 1 della classifica di doppio dopo aver vinto Wimbledon e Parigi, tutt`oggi numero 191, è letteralmente scomparsa. Quel giorno aveva pubblicato un post con cui aveva accusato l`ex vicepremier ed ex membro del Comitato permanente del Politburo comunista, Zhang Gaoli, di averla costretta in passato ad avere una relazione sessuale.
Gaoli oggi è un pensionato di 75 anni, ma è stato uno dei sette uomini più potenti del regime cinese. Tutto il mondo sportivo ha tremato quando il 2 novembre è diventato pubblico quel post lanciato sul popolare social cinese Weibo. La denuncia di Peng Shuai va quindi inserita in questo preciso contesto geopolitico. Da quel 2 novembre la giocatrice cinese non dà più notizie di sé. Sono scomparsi tutti i suoi profili e ogni materiale a lei riconducibile sul web. Il post con la denuncia è stato subito rimosso.
"Perché sei dovuto tornare da me, portarmi a casa tua, costringermi a fare sesso con te? Non ho mai acconsentito. Ho pianto tutto il tempo. Non riesco a descrivere quanto fossi disgustata, ora mi sento un cadavere che cammina" si leggeva sul post che dopo 20 minuti è stato rimosso dalla autorità. Quel giorno, anche la parola "tennis" (wangqiu) è stata cancellata dalla piattaforma social cinese.
Sono state le tenniste, le colleghe di Peng, quelle di oggi (la sua scheda è ancora attiva sul sito della WTA) e quelle di ieri a lanciare l`hastag #whereispengshuai. Un movimento che ha spinto la WTA - l`associazione delle giocatrici - a prendere una posizione chiara. Steve Simon, presidente e Ceo del sindacato femminile, ha chiesto e pretende "chiarezza" sul caso: "I recenti eventi in Cina riguardanti una giocatrice Wta, Peng Shuai, sono fonte di profonda preoccupazione - si legge nel testo - In qualità di organizzazione dedicata alle donne, rimaniamo fedeli ai principi su cui siamo stati fondati: uguaglianza, opportunità e rispetto. Peng Shuai, e tutte le donne, meritano di essere ascoltate, non censurate. La sua accusa sulla condotta di un ex leader cinese che ha comportato un'aggressione sessuale deve essere trattata con la massima serietà. In tutte le società, il comportamento che lei sostiene abbia avuto luogo deve essere indagato, non perdonato o ignorato. Lodiamo Peng Shuai per il suo notevole coraggio e forza nel farsi avanti. Le donne di tutto il mondo stanno trovando la loro voce in modo che le ingiustizie possano essere corrette. Ci aspettiamo che questo problema venga gestito correttamente, il che significa che le accuse devono essere indagate in modo completo, equo, trasparente e senza censura. La nostra priorità assoluta e incrollabile è la salute e la sicurezza dei nostri giocatori. Stiamo parlando in modo che si possa fare giustizia".