Clamorosa sconfitta tra mille emozioni dell’azzurro che manca un match point prima di cedere 6-3, 6-7, 6-7, 7-5, 6-3 allo spagnolo
© Getty Images
Sconfitta e rimpianti per Jannik Sinner nei quarti di finale degli Us Open. Nel quarto set l’azzurro arriva a un solo punto da una storica vittoria e dalla prima semifinale Slam in carriera, ma poi crolla 6-3, 6-7(7), 6-7(0), 7-5, 6-3 contro lo spagnolo Carlos Alcaraz. Sfida spettacolare e ricca di emozioni tra le due promesse del tennis mondiale, ma dopo una battaglia di oltre cinque ore l’altoatesino si arrende e saluta New York a notte fonda.
Jannik Sinner a un passo dalla gloria, a un solo punto da un trionfo storico, ma l’azzurro crolla sul più bello e viene eliminato ai quarti di finale degli Us Open. In semifinale contro l’americano Tiafoe ci va Carlos Alcaraz, vincitore 6-3, 6-7(7), 6-7(0), 7-5, 6-3 in una storica sfida al cardiopalma tra i due Next Gen destinati ad essere grandi protagonisti del tennis mondiale. Tanti rimpianti per Sinner che non riesce a sfruttare un match point nel quarto set, un break di vantaggio nel quinto e poi saluta il torneo quando a New York sono ormai quasi le tre del mattino.
Eppure il 21enne altoatesino, perso il primo set, è bravissimo a non scomporsi e a restare concentrato: nel secondo parziale annulla la bellezza di cinque set point, quattro sul 6-5 in favore dell’avversario e uno nel tie-break, prima di prevalere 9 punti a 7. Terzo parziale ancora equilibratissimo, Alcaraz serve per il set sul 6-5 ma arriva il break di Sinner che poi domina il tie-break. A questo punto lo spagnolo sente il contraccolpo psicologico e perde il servizio nel primo gioco del quarto, è quanto basta a Sinner per andare a servire per il match e conquistare un match point sul 5-4: qui però una bella risposta di rovescio di Alcaraz ristabilisce la parità, l’azzurro perde qualche certezza e in un battito di ciglia la partita va al quinto.
Occasione sprecata, ma Sinner riesce comunque ad andare avanti di un break anche nell’ultimo set. Anche qui, però, il vantaggio dura poco e l’iberico ristabilisce subito parità e controsorpasso. L’azzurro non ne ha più fisicamente, arriva il secondo break per Alcaraz e quando il 19enne di Murcia va a servire per il match non trema chiudendo dopo cinque ore e 18 minuti, stabilendo anche il record del match finito più tardi nella storia dello Slam americano (le 2.50 del mattino).