La numero 1 al mondo supera in finale la ceca con il punteggio di 6-3, 6(4)-7, 6-3 e riporta il titolo in Australia dopo 41 anni
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Ashleigh Barty vince il torneo di singolare femminile di Wimbledon: sul Campo Centrale, sconfigge in finale la ceca Karolina Pliskova con il punteggio di 6-3, 6(4)-7, 6-3. La numero 1 al mondo è la prima australiana a sollevare il trofeo dei Championships 41 anni dopo Evonne Goolagong; la terza nella storia del torneo insieme a Margaret Court Smith. Sull’erba di Londra partita Molto combattuta e ricca di colpi di scena.
Dopo 41 anni l’Australia torna a trionfare a Wimbledon nel singolare femminile: Ashleigh Barty sconfigge Karolina Pliskova con il punteggio di 6-3, 6(4)-7, 6-3 e imita la connazionale Evonne Goolagong, che aveva sollevato il trofeo nel 1980. La 25enne di Ipswich è anche la terza australiana nella storia a vincere Wimbledon: oltre a Goolagong, raggiunge un mito come Margaret Court Smith. Un risultato storico per Barty, che dopo una finale ricca di emozioni e colpi di scena ottiene il primo successo della carriera a Wimbledon in singolare, si conferma la giocatrice più forte del mondo e consolida la prima posizione nel ranking Wta. La ceca, dal canto suo, può consolarsi con l’ingresso nella top 10 dalla prossima settimana, con un balzo dalla 13esima alla settima posizione.
Nella prima finale ai Championships per entrambe le giocatrici, avvio di primo set fulminante per Barty che apre il match con un parziale di 14 punti a 0 in suo favore. Pliskova è in evidente difficoltà emotiva, mentre l’australiana non sente alcuna pressione: addirittura un doppio fallo della ceca regala il secondo break e il 4-0 all’avversaria. Il parziale sembra compromesso ma uno scatto d’orgoglio della numero 8 del tabellone, complice un piccolo passaggio a vuoto di Barty, fa recuperare alla ceca uno dei due break di svantaggio e scalda il pubblico del Campo Centrale che prova a sostenere la tennista dell’Est Europa. Ma è un tentativo di rimonta che non si completa e in appena 28 minuti il parziale è nelle mani della numero 1 al mondo, con un perentorio 6-3.
Il secondo set inizia sulla falsa riga del primo, con Pliskova che non riesce a scrollarsi di dosso la pressione e la vincitrice del Roland Garros 2019 che sfrutta alla perfezione l’appannamento continuo dell’avversaria. Il gioco ricco di variazioni ed effetti della numero 1 al mondo mette in grande difficoltà la potenza della Pliskova. In vantaggio 3-1 e con il traguardo a un passo, a quel punto è però l’australiana a tremare e a perdere il break di vantaggio: l’incontro vive così di grande equilibrio fino al 5-5. Sembra tutto pronto per il tie-break, ma la finale di oggi è un susseguirsi di colpi di scena: Pliskova perde il servizio nonostante un vantaggio di 40-0, la Barty restituisce il favore nel game successivo quando va a servire per il titolo. Nel tie-break domina la tensione, la numero 1 al mondo paga le occasioni perse e regala il secondo parziale con un doppio fallo.
È un match indecifrabile e ricco di emozioni e allora il terzo parziale si apre con l’inaspettato break di Ashleigh Barty, che non paga nella testa la sconfitta del set precedente: 3-0 per l’australiana e questa volta non riesce l’ennesimo colpo di scena alla finalista degli US Open 2016. Barty tiene sempre il proprio turno di servizio, trema ancora nel momento chiave ma la ceca non ne approfitta e allora la nativa di Ipswich può esultare tra le lacrime sull’erba di Londra: il trofeo è australiano dopo 41 anni.