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Tennis, Wozniacki: "Ho l'artrite reumatoide"

Dopo l'eliminazione dalle Wta Finals, la numero 3 del mondo ha svelato la sua malattia

26 Ott 2018 - 21:29

"Sono malata, soffro di una forma di artrite reumatoide". Con queste parole Caroline Wozniacki ha annunciato la sua malattia dopo l'eliminazione dal White Group delle Wta Finals di Singapore. "All'inizio è stato uno shock - ha svelato -. visto che ti senti come l'atleta più forte di tutte, o almeno è ciò che è nella mia testa ed è quello per cui sono famosa, e all'improvviso ti trovi a dover convivere con questo problema".

Secondo quanto ha riferito in conferenza stampa la vincitrice dell'ultimo Australian Open, tutto è iniziato improvvisamente dopo Wimbledon. Inizialmente la 28enne danese ha cercato di non dare molto peso ai sintomi, poi però una mattina si è svegliata a Montreal senza riuscire a sollevare le braccia e, dopo accurati controlli, i medici le hanno diagnosticato l'artrite reumatoide, malattia autoimmune che causa gonfiore delle articolazioni e affaticamento.

"Devi solo essere positiva e affrontarlo, e ci sono comunque modi in cui puoi stare meglio - ha spiegato la numero tre al mondo -. Certo, è stato molto duro da sopportare. Sono però molto orgogliosa di come sono stata positiva, e non permettere a tutto ciò di ostacolarmi". La danese ha poi aggiunto di aver assunto farmaci e ricevuto cure, dicendosi convinta che questa non avrà un impatto significativo sulla sua carriera.

I suoi risultati in campo sono calati durante l'estate - ha perso al 2/o turno di cinque tornei di fila - ma Caroline ha poi conquistato il "China Open", terzo titolo stagionale e si qualificandosi per il Masters femminile, che aveva vinto nel 2017. "Vincere a Pechino è stato qualcosa di enorme, mi ha dato anche la convinzione che niente mi avrebbe permesso di tornare indietro, che posso convivere con questa situazione e posso fare qualsiasi cosa - ha spiegato- . Ci sono molte persone che stanno combattendo con questa malattia e spero di poter rappresentare per loro qualcuno a cui possono guardare e dire 'se puo' farlo lei, posso farlo anche io. E in questo modo, insieme, sostenerci a vicenda".

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