L'Ital-Tennis trionfa a Malaga, ma da Valencia Fognini fa sapere che c'è ancora grazie alla conquista del Challenger.
di Gianluca MazziniMalaga e Valencia sono separate da 625 chilometri. Lunghi come una festa attesa da quasi mezzo secolo ma brevi un gesto di ingratitudine. Mentre gli azzurri guidati da Jannik Sinner alzavano l'Insalatiera più bella del mondo sul veloce di Malaga, più a nord si giocava un torneo minore, un Challanger, con Fabio Fognini capace di vincere una finale a 36 anni. Grande assente dell'impresa spagnola nella Davis, il tennista ligure ha dimostrato di aver ancora voglia di tornare tra i primi cento giocatori del mondo.
Nella poderosa delegazione italiana presente sulle tribune del Palacio de Deportes José María Martín Carpena, più di cinquanta persone, mancava praticamente solo lui. Un gesto non particolarmente nobile per un atleta che ha rappresentato il tennis italiano ad alti livelli quasi da solo per un decennio. Poi sono arrivati Jannik Sinner e Matteo Berrettini e compagnia. Bene ha fatto il presidente Federale Angelo Binaghi a ricordare il Fogna subito dopo la vittoria della Davis e ancora di più l'amico e compagno di doppio Simone Bolelli, con il quale ha condiviso 15 anni ad alto livello.
I motivi della polemica con il capitano Filippo Volandri sono noti. Pre-convocato per il turno finale di qualificazione a Bologna che abbiamo affrontato tra mille problemi (il forfait di Sinner e l'infortunio di Berrettini), il tennista di Arma di Taggia non è stato poi inserito nella lista ufficiale. Fognini, però, era così sicuro di far parte della squadra azzurra da allenarsi praticamente soltanto solo su superfici veloci contando sulla convocazione che gli era stata promessa.
Non è andata così. Alla fine Volandri non lo ha voluto. Una mancanza di rispetto che ha portato il giocatore ligure a dichiarazioni polemiche, anche sopra le righe, ma senza mai dimenticarsi di inviare i complimenti agli ex-compagni di Nazionale per i loro successi. Ma il Fogna (oggi numero 107 nella classifica ATP) la risposta l'ha data sul campo in terra rossa di Valencia dove ha conquistato il suo settimo challanger della carriera. La vittoria su Bautista Agut in tre set ha dimostrato che almeno in tribuna, insieme a decine e decine di accompagnatori del nostro team, ci voleva e doveva stare.