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LA RECENSIONE

"Giochi di pace", un libro di speranza in un mondo in guerra

I Giochi Olimpici e la Pace un connubio che dovrebbe essere naturale ma che, soprattutto oggi, non lo è. Il tema Sport/Olimpiadi/Pace ritorna di attualità con l’inizio dei Giochi Paralimpici.

di Gianluca Mazzini
30 Ago 2024 - 15:14

I Giochi Olimpici e la Pace un connubio che dovrebbe essere naturale ma che, soprattutto oggi, non lo è. Il tema Sport/Olimpiadi/Pace ritorna di attualità con l’inizio dei Giochi Paralimpici.

Di questo si è dibattuto alla presentazione del volume nel corso della manifestazione letteraria “Un libro sotto le stelle” nella suggestiva location della Baita del Re Resort di Ottaviano. Intense emozioni durante la presentazione del libro del generale Vincenzo Parrinello dal titolo “Giochi di pace. L’anima delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi”. Dirigente per 40 anni a capo del gruppo sportivo delle Fiamme Gialle ha forgiato e accompagnato atleti di tutte le discipline in giro per il mondo.

Un ponte teso anche al mondo dei disabili di cui oggi tutti ammiriamo le performance e le nuove vite grazie allo sport. Serata con Gianfranco Coppola, giornalista Rai e Presidente USSI, emozionato nel ricordare imprese sportive e vicende umane legate all’inclusione dello sport. L’attività del mondo Paralimpico è stata introdotta dal Presidente del Cip Campania Carmine Mellone. Presente anche Gianluca Attanasio, Ambasciatore Nazionale Coni per le periferie e Campione italiano Paralimpico, Domenico Picardi, Responsabile Tecnico Regionale Atletica Paralimpica della Regione Campania, Claudio De Vivo, atleta Paralimpico e primatista italiano sui 1500 in pista e Mariangela Correale, sei volte campionessa nazionale di Danza in Carrozzina.

 Il volume, come ha spiegato l’autore, raccoglie pensieri e auspici di una settantina di campioni di ieri e di oggi protagonisti nelle competizioni a cinque cerchi da Roma 1960 a Parigi 2024. Contributi firmati da tanti big a partire da Nino Benvenuti fino ad arrivare a Marcel Jacobs passando per Juri Chechi, Novella Calligaris, Nadia Comaneci, Arianna Fontana, Sofia Goggia, Carolina Kostner, Francesco Moser e ancora Valentina Vezzali, Filippo Tortu, Antonio Rossi e non manca neppure uno scritto di Jannik Sinner.

La voglia di fermare le guerre espressa da tutti gli sportivi interpellati si è scontrata e si scontra con l’insensibilità politica planetaria. Come dimostra l’inascoltato appello lanciato dal Papa per una tregua olimpica per i conflitti in Ucraina e Gaza rimasto totalmente lettera morta. Alle tragedie in corso di è aggiunta “la beffa olimpica”. Gli atleti russi e bielorussi sono stati esclusi dai Giochi per punire la guerra di Mosca a Kiev ma lo stesso metro di misura non è stato applicato (per fortuna…) agli atleti israeliani per la guerra lanciata da Tel Aviv contro i palestinesi a Gaza e non solo.

 Un comportamento ingiustificabile che non sottrae lo sport alle logiche politiche più ciniche ma che parallelamente aumenta la volontà degli atleti a essere testimoni di pace. Non solo alle Olimpiadi.

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