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Palla al Piede, undici eroi contro il potere: quando il calcio entra nella Storia

Storie di coraggio intrecciate con le tragedie dei rispettivi Paesi

22 Ott 2024 - 14:19
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La foto di copertina è stata scattata il 21 novembre del 1973 e ritrae lo stadio di Santiago alla vigilia del ritorno Cile-Urss. In campo non ci sono giocatori ma militari, e tra gli spalti mezzi vuoti non vediamo spettatori ma prigionieri. Il golpe di Pinochet ha ribaltato il governo democraticamente eletto di Salvador Allende l’11 settembre dello stesso anno e lo Stadio Nacional de Chile è un prigione e centro di tortura a cielo aperto.

Il giorno della foto avviene un evento incredibile passato alla storia come il Teatro dell’Assurdo, una partita fantasma giocata da una nazionale, quella cilena, contro nessuno in campo. L’Urss infatti decise di non mandare la propria nazionale in segno di protesta contro il golpe militare. In quello stesso anno un giocatore cileno si rifiuterà di stringere la mano a Pinochet.  Questo giocatore è solo uno degli undici coraggiosi che compongono la nostra squadra dei sogni, la più grande di tutti i tempi. Eppure in questo team non ci sono Maradona e Pelè, e nemmeno Messi e Ronaldo. Ne fanno parte uomini che hanno anteposto gli ideali di giustizia e libertà, la loro grande umanità, a tutto il resto. Anche alla propria vita, in qualche caso.

C'è José Angel Iribar, il portiere basco che fu il primo a esporre durante una partita ufficiale l’ikurrina; Gerd Weber il tedesco dell’Est che pagò con il carcere e una carriera spezzata il tentativo di fuga verso l’Ovest; Diego Lugano l’uruguaiano che si è battuto per garantire un equo compenso per i calciatori del proprio Paese; Ernso Laurence che si è battuto contro la corruzione e gli abusi sessuali nella federazione calcistica haitiana; Angel Cappa il calciatore militante che preferì l’esilio piuttosto che tacere i crimini del golpe militare in Argentina; Bruno Scher comunista istriano che per non italianizzare il suo nome fu emarginato dal fascismo e, dopo la guerra, fu costretto all’esodo isriano; Martin Uher, lo slovacco Giusto tra le nazioni che aiutò molte famiglie ebraiche a sfuggire alle deportazioni naziste; John Moriarty l’Aborigeno che ha combattuto tutta la vita per i diritti civili della propria gente; Carlos Caszley il re del metro quadro che si schierò senza remore contro Pinochet; Walter Casagrande il fondatore della “Democracia Corinthiana” che sostenne i movimenti democratici in Brasile; e Zahir Belounis giocatore franco-algerino vittima del sistema Kafala, una forma di schiavitù moderna che colpisce tutti i lavoratori in Qatar.

Attraverso le vicende di questi eroi gli autori propongono undici storie che raccontano in maniera non lineare i momenti salienti degli ultimi 100 anni. Il racconto di ogni capitolo è stato strutturato partendo da ricerche empiriche di documenti, atti di nascita, giornali d’epoca, ma soprattutto delle testimonianze dirette degli stessi protagonisti, o dei parenti più prossimi.

La struttura narrativa, fedele al più classico dei racconti documentari, parte dalle interviste ai campioni che in prima persona raccontano agli autori le loro storie. In ogni capitolo ci sono le incursioni degli autori con riferimenti storici e le descrizione dei luoghi.

Il risultato è una scrittura asciutta, senza filtri, di fatti realmente accaduti.

GLI AUTORI

Daniele Ognibene

Nato nel 1981 a Velletri, si occupa di comunicazione, informazione e politica. È il fondatore dell’associazione Gian Maria Volonté e oggi lavora con Servizio Pubblico di Michele Santoro. Appassionato di cinema e di sport, scrive di calcio e ciclismo.

Alberto Dandolo

È autore, regista e produttore di documentari e ha undici film all’attivo premiati a livello internazionale e trasmessi sulle tv pubbliche e private. È fellow del programma europeo Documentary Campus promosso da Europa Creativa MeDIA.

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