Il presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile propone una Final Eight per contendersi il primo trofeo del 2020/21
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Il volley rosa pensa al futuro e prepara il ritorno in campo, mettendo da parte le polemiche degli ultimi giorni. Il rilancio passa per le parole del presidente dimissionario, Mauro Fabris, che ai nostri microfoni ci ha permesso di fare chiarezza anche sulla sua posizione.
Considerate le dimissioni presentate qualche settimane fa, il numero uno ha così risposto alla domanda sulla possibilità di continuare a guidare la Lega femminile: "Pensavo, con questa annata, di aver concluso la mia esperienza. Ne parlerò lunedì 27 all’assemblea dei club, è una decisione che rimetto nelle loro mani. Le società sono molto unite e mi sento assolutamente sostenuto in questa fase, discuto con loro su cosa sia meglio fare di fronte allo scenario nuovo che c’è davanti. Capisco che, essendo una situazione talmente dura e difficile, bisogna valutare come non comprometterla ulteriormente. Se ci sarà una soluzione potrei tranquillamente passare la mano, nessuno di noi è insostituibile. Valuteranno i club se ci sono soluzioni tali da non compromettere l’equilibrio positivo che ci ha consentito di raggiungere i traguardi toccati ad oggi".
Un futuro che sarà influenzato da una crisi che tocca soprattutto il presente: "Quest’anno in A1 avevamo il meglio del meglio con le tre squadre campioni in Europa (Novara, Busto e Monza) e la squadra campione del mondo (Conegliano). Avevamo raggiunto il massimo risultato in termini di forza del movimento. Abbiamo avuto una perdita secca, senza possibilità di recupero, che supera i 7 milioni di euro per la mancata possibilità di giocare la fase finale tra diritti tv, incassi, sponsor ed eventi speciali come la finale in sede unica a Trieste. Ma ci preoccupa soprattutto il futuro: non sfugge a nessuno che se spariscono i club, si riducono le basi del movimento di vertice e diminuiscono le opportunità per atlete, tecnici e staff".
Società in questo momento finanziate da presidenti, sponsor e aziende: "Abbiamo 33 club che vivono di risorse private, ed è questo il punto centrale. Non viviamo come in altre nazioni con contributi pubblici. Ci aspettiamo che l’impegno annunciato dal Ministro Spadafora si sostanzi con la possibilità di recuperare in parte questi danni, così potremo onorare gli impegni contrattuali con le atlete e ripianare il deficit. Il mondo dello sport che vive di risorse proprie sta pagando un prezzo altissimo. Per questo dico che, com’è successo per il calcio e per il basket, le Leghe devono essere al tavolo con il Governo. Senza polemica".
Una Lega al lavoro per progettare la ripresa: "Devo difendere i miei club e il movimento che abbiamo costruito. Lavoriamo per tornare in campo il prima possibile che per me significa settembre, se non addirittura fine agosto, chiaramente garantendo tutte le condizioni necessarie. Proporrò lunedì 27 all’assemblea dei club di fare il tradizionale rito di apertura di stagione, la Supercoppa, in modalità Final Eight. Deve essere un segno immediato di rinascita della Serie A. E poi si parte con il campionato".
Ma non è tutto: "Stiamo cercando di immaginare come saranno le partite a porte chiuse. I club di Serie A1 sono visibili in chiaro, ma quelli di A2, che vivono con il sostegno del territorio, se non possono aprire la palestra è un problema serio. LVFTV, la tv di Lega, potrebbe essere estesa all’A2 per dare ai club la visibilità che meritano in situazione di porte chiuse".
Infine, la questione relativa alle coppe europpe: "Ho chiesto ufficialmente alla CEV che le nostre tre squadre che sono arrivate ai quarti di Champions League (Conegliano, Novara e Scandicci) siano iscritte d’ufficio all’edizione dell’anno prossimo, come piccolo gesto riparatore. Senza nulla togliere a Busto Arsizio che sarà comunque un’avente titolo. Il presidente Boričić è favorevole a questa situazione".