Papà Gianfranco, Pasquale D'Aniello e Luca Cristofani raccontano Manuela Ribechi, uno dei talenti più importanti del volley giovanile italiano
Se a 12 anni c’è Giuseppe Bosetti, forse l’allenatore giovanile più importante al mondo, che vuole portarti a tutti i costi con sé a Orago, qualche domanda sul tuo talento dovresti fartela. Ma alla fine, a quell’età, perché pensarci? È più giusto divertirsi, non perdersi in chiacchiere, opinioni o progetti. Ed è proprio quello che fa Manuela Ribechi da quando gioca a pallavolo: divertirsi, senza pensare a ciò che sarà.
Ciò che è stato, invece, fa capire molte cose. 16 anni appena compiuti, Manu ha vinto 5 Scudetti giovanili e 11 premi individuali. Capitana dell'Italia Under 16 che nella scorsa estate ha vinto l'argento agli Europei di categoria. Miglior giocatrice del Trofeo delle Regioni per due anni consecutivi, nel 2018 e 2019, un record assoluto che non trova precedenti. E come se non bastasse, anche la medaglia simpatia alle ultime Finali Nazionali Under 16 in cui Volleyrò è arrivato terzo: “Devo cambiare la sala perché non ho più mobili per i trofei”, scherza papà Gianfranco.
Lo sport è da subito una componente di crescita fondamentale per tutta la famiglia Ribechi, come racconta il padre: “Manu è sempre stata molto portata, anche da piccola si arrampicava dappertutto. Tutte iniziano con la danza, ma lei voleva giocare e l’abbiamo portata all’Oratorio Don Bosco di Vignate. A Orago ha fatto un solo anno perché Giuseppe (Bosetti) è andato in Turchia. E poi è arrivata la chiamata del Volleyrò, a livello giovanile la prima società in assoluto. È come il Real Madrid, non si poteva non accettare”.
Manuela non è una ragazza banale. D’altronde, se a 13 anni lasci casa per andare a Roma, vuol dire che hai una marcia in più rispetto alle tue coetanee: “Le cose le fa sempre al 110% delle sue possibilità. È nata così”, dice papà Gianfranco. “Non l’è mai stato imposto nulla, ha sempre fatto le sue scelte e le ha sempre azzeccate, come quella di andare al Volleyrò. Sta vivendo una grande favola”. I ringraziamenti sono tutti per la società e per il Patron, Armando Monini, che ha portato avanti la storia di Casal de’ Pazzi dopo la scomparsa dell’indimenticato Andrea Scozzese nel 2015. Una società da record, capace di vincere 6 Scudetti consecutivi nella categoria Under 18, come nessuno ha fatto mai. A questi si aggiungono i 5 tra Under 14 e 16, che portano il totale a 11. Numeri pazzeschi, raggiunti anche grazie ai sacrifici di giovani ragazze dall’innata attitudine al lavoro, come la stessa Manuela: “Volleyrò è la società migliore d’Italia, e non avevo dubbi sulla scelta. L’unica cosa che mi faceva riflettere era la distanza, la famiglia, gli amici, ma ormai a Roma è come se fossi a casa”.
Una ragazza che sta scrivendo pagine importanti del volley giovanile, parola del c.t. della Nazionale Under 16, Pasquale D’Aniello: “Manu l’ho conosciuta nel 2016 alle Finali Nazionali Under 14. Giocava con Orago e vinse lo Scudetto da sola, cosa che ha replicato l’anno dopo con il Volleyrò. È stata il termometro di due Finali Nazionali”, non una cosa da tutti. Quella a Tortolì, in Sardegna, Manu se la ricorda benissimo, con Casal de’ Pazzi protagonista di una clamorosa rimonta nel quarto parziale: “È il successo più bello di tutti, quello che ho sentito di più. Vincere lo Scudetto così, dopo che sei stata sotto 17-4, è davvero tanta roba. Poi contro Orago, la mia ex-squadra, tra l’altro”.
Le caratteristiche tecniche, fisiche e caratteriali di Manu sono ben chiare. 174 centimetri, è una saltatrice naturale dotata di una non comune qualità in attacco: “Qualsiasi cosa inerente al volley la fa bene, in tutti i fondamentali è da primissima fascia”, sostiene Luca Cristofani, direttore tecnico del Volleyrò dei record e primo allenatore della Savino Del Bene Scandicci. “Ha una grande determinazione nel cercare di fare la cosa migliore per arrivare ai massimi livelli. Può fare tutto, non solo l’attaccante, ma anche il palleggiatore, il libero”.
Un presente che dice vittorie e premi a volontà da schiacciatrice, ma un futuro che sembra spingerla proprio verso il ruolo del libero, che lei ha nelle corde: “Quando siamo stati in Giappone a settembre 2019 per un collegiale in un paio di occasioni le ho chiesto di fare il libero”, ammette il c.t. D’Aniello. “Se l’è cavata molto bene. In difesa è molto reattiva, e diventa ancora più importante”. Il c.t. non usa mezzi termini. Su Manuela ci scommette a occhi chiusi: “Come libero può aspirare a fare davvero molto bene, anche in maglia azzurra”. Cristofani è ancora più entusiasta all’idea: “Un talento così nel ruolo di libero negli ultimi anni non c’è stato, potrebbe farlo a livelli altissimi. Ha delle qualità in bagher e delle capacità di gioco in linea con le caratteristiche del libero moderno”.
© Federvolley
Ma Manuela ora non ci pensa. A fare il libero a Sendai si è divertita molto, “anche se preferisco attaccare”. Lei la vive con serenità: “Non ci penso al cambio di ruolo. Per me è uguale, attaccante o libero. Voglio vivere di pallavolo, farla diventare un mestiere. Ora penso ad attaccare, a divertirmi, poi quando arriverà il momento, insieme alla società ci penserò”.
IL DIARIO DEL VOLLEY GIOVANILE
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