La storia dell'allenatore argentino è legata a doppio filo al volley ma alla fine degli anni '90 aveva provato l'esperienza anche in Serie A
Con lo storico oro guadagnato con la nazionale italiana femminile, Julio Velasco ha scritto un'altra pagina importante del volley moderno, vissuto ad altissimi livelli tra selezioni nazionali e squadre di club. Eppure c'è stato un momento nel quale l'allenatore argentino avrebbe potuto fare definitivamente il salto di... sport: tra la fine degli anni '90 e il 2000, infatti, era sbarcato nel mondo del calcio, prima con la Lazio e con l'Inter. Esperienze formative, ha ricordato Velasco, che però non ebbero grande fortuna tanto che rimase solo una breve parentesi prima di tornare nella pallavolo e, ovviamente, ricominciare a vincere.
Nel 1998 fu chiamato da Sergio Cragnotti, allora proprietario e presidente della Lazio, per fare il dirigente nel club biancoceleste, che stava vivendo il miglior momento della propria storia con lo scudetto (in quegli anni arrivarono scudetto, Coppa Italia, Coppa Coppe, Supercoppa Italiana e Supercoppa Europea). Velasco entrò nei quadri come direttore generale, esperienza che durò però soltanto 12 mesi, e che il 72enne ricorda così: "Non rifarei il dirigente, è un ruolo che non mi attrae molto, mi piace di più la parte tecnica a contatto con i giocatori. Il calcio è diverso dalla pallavolo ma è pur sempre uno sport, i problemi dei calciatori sono gli stessi degli atleti di altri sport".
Poco dopo, siamo nel 2000, fu l'Inter che puntò su Velasco, questa volta come responsabile dell'area fisico-atletica nerazzurra che doveva anche coordinare lo staff medico. Un'avventura ancora più breve, che finì anche per via di una situazione delicata all'interno del club, che aveva mandato via dopo poche settimane Marcello Lippi chiamando Marco Tardelli, a cui non serviva - parola di Velasco - una figura come quella per cui era stato assunto.
Parentesi calcistica chiusa, dunque, col rientro nel volley come ct della Repubblica Ceca e di lì tante tappe, come Piacenza, Modena, Spagna, Iran e Argentina, fino al ritorno in Italia con Busto Arsizio, avventura presto terminata per continuare solo come ct della nazionale azzurra femminile: giusto in tempo per vincere l'oro a Parigi 2024.